“Oggi una nuova udienza, speriamo sia l’ultima”: lo aveva scritto su Facebook Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Universita’ di Bologna sotto processo in Egitto con l’accusa di aver diffuso notizie false in un suo articolo. Ma è stata aggiornata al nove maggio prossimo. Si tratta del processo a Mansura, in Egitto, in cui Patrick Zaki rischia cinque anni di carcere. Come previsto ieri dal capo della sua squadra di avvocati, la signora Hoda Nasrallah, era prevista solo la presentazione di “atti della difesa” ed eventualmente, come accaduto, la prosecuzione delle arringhe, ma il giudice ha il potere di pronunciare una sentenza in qualsiasi momento. La difesa sperava accadesse oggi, ma non è andata così.
Il ricercatore e attivista per i diritti umani, a piede libero dall’8 dicembre 2021 dopo 22 mesi di custodia cautelare passati in carcere con accuse piu’ gravi legate a dieci post su Facebook ma informalmente accantonate, è sotto processo presso una Corte della Sicurezza dello Stato per i reati minori (o d’emergenza) della sua citta’ natale sul delta del Nilo.
Patrick, nel processo in corso dal settembre 2021, e’ imputato per un articolo del 2019 in cui prendeva le difese dei copti, la minoranza cristiana d’Egitto, sottolineando le sanguinarie persecuzioni dell’Isis degli anni precedenti e due casi di discriminazione sociale e giuridica.
Pur libero, il 31enne ricercatore in studi di genere ha un divieto di espatrio e non puo’ lasciare l’Egitto.
Stefania Losito