“Colpiti e affondati”: è lo slogan coniato dai pescatori di Taranto che stanno protestando contro il caro gasolio. I pescherecci sono fermi da ieri per lo sciopero delle marinerie d’Italia. Nei ristoranti e sui banchi di pescherie e venditori ambulanti manca il prodotto ittico locale. Ma i costi sono ormai insostenibili. Si rischia la bancarotta. Gli aumenti sfiorano il 70% per ogni battuta di pesca. Il costo del carburante per ogni singola uscita è pari a sei o settecento euro. Gli armatori chiedono aiuto al governo. Propongono soluzioni. Una potrebbe essere il credito d’imposta. Fronte sul quale si attendono risposte da Roma. A Molfetta, il sindaco Tommaso Minervini ha sollecitata l’esecutivo ad adottare misure urgenti. A Mola, sono state consegnate le licenze dei pescherecci. Le associazioni di categoria Agci Pesca e Legacoop avvisano: le conseguenze saranno devastanti.
Michele Paldera