La democrazia europea è sotto attacco. Sono le parole della presidente dell’europarlamento Roberta Metsola dopo il cosiddetto Qatargate, pronunciate in apertura della Plenaria a Strasburgo. E forse annunciano una profonda riforma nella trasparenza degli atti e nei rapporti con le lobby degli eurodeputati.
Intanto, ieri pomeriggio nuove perquisizioni sono state effettuate nell’Eurocamera a Bruxelles, al quindicesimo piano
dell’edificio. Mercoledi’ per le quattro persone agli arresti – Eva Kaili, Antonio Panzeri, Francesco Giorgi e Niccolo’
Figa’-Talamanca – ci sara’ invece la prima udienza. A casa della vice presidente Kaili la polizia ha trovato 150mila euro. Altri 600mila sono stati trovati nella valigia che portava suo padre mentre abbandonava in tutta fretta un albergo del quartiere europeo di Bruxelles. In tutto fanno circa 750mila euro, in tagli da venti e cinquanta euro. Vista la gravita’ delle accuse, l’autorita’ anti-riciclaggio greca ha congelato gli averi della vicepresidente, che martedi’ mattina
salvo colpi di scena perdera’ la carica. La conferenza dei presidenti a Strasburgo attivera’ l’articolo 21 che scatta per la
decadenza dalla carica. L’ordine dei lavori della Plenaria è stato aggiornato: sul Qatargate ci sara’ una risoluzione, che
sara’ votata giovedi’. Il dibattito e’ previsto invece martedi’. L’inchiesta potrebbe affondare il percorso di avvicinamento
tra Ue e Qatar. La proposta legislativa sulla liberalizzazione dei visti verra’ rinviata in Commissione. “Dobbiamo prima
rivedere le regole del Pe”, ha sottolineato Erik Marquardt, relatore del testo in commissione Libe. Dove si sarebbe mossa con una certa disinvoltura Kaili, presenziando al voto sul testo pur non essendo membro della commissione e facendo opera di convincimento. L’eurodeputata Abir Al-Sahlani ha raccontato ai media svedesi di essere stata contattata da Kaili con il pretesto di parlare dell’Iran.
“Non metteremo la polvere sotto il tappeto. Avvieremo un’indagine interna”, ha sottolineato Metsola promettendo “una scossa” per l’Eurocamera. “Avvieremo un processo di riforma per verificare chi ha accesso alle nostre sedi, come vengono finanziate le Ong, quali legami hanno con Paesi terzi, chiederemo maggiore trasparenza”, ha spiegato. “Il Parlamento Europeo e’ vittima dei comportamenti di queste persone”, ha invece osservato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a lungo ai vertici dell’Eurocamera. La leader di Piu’ Europa Emma Bonino si e’ dimessa dal board della Ong Fight Impunity, fondata da Panzeri.
Il prima e il dopo potrebbe essere anche nei rapporti tra partiti. “La corruzione non e’ di destra o di sinistra non
utilizzate questa minaccia in questo modo gretto”, ha avvertito Metsola scatenando il brusio dell’Aula.
L’ombra dello scandalo si è allungata fino alla Commissione. Nel mirino sono finiti il vicepresidente Margaritis Schinas e il suo viaggio nei Paesi del Golfo tra il 18 e il 21 novembre. Viaggio durante il quale Schinas sottolineava i progressi sulle riforme fatti da Doha e, in un ristorante di Abu Dhabi, incontrava proprio la vice presidente Eva Kaili. Una parte degli eurodeputati ha chiesto chiarimenti e il nome di Schinas e’ stato fatto anche in Aula a Strasburgo. “La missione era ufficiale, in occasione dei Mondiali. I contatti con i funzionari del Qatar sono stati pubblicati e twittati e le affermazioni di Schinas rispecchiano esattamente le relazioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro”, hanno rimarcato fonti dell’entourage del commissario greco. Precisando che l’incontro con Kaili fu “improvvisato e non pianificato”. I vertici della Commissione, per tutto il weekend, hanno provato a vederci chiaro. “Stiamo controllando ogni dettaglio sul registro della trasparenza, abbiamo regole molto chiare per tutti i commissari”, ha spiegato la presidente Ursula von der Leyen parlando del Qatargate come di una “questione molto grave e estremamente preoccupante”.
Stefania Losito