Oggi la prima giornata di votazioni si gioca fuori dall’Aula, tra incontro con il premier e quelli tra i leader dei partiti.
Si è aperto un dialogo tra il leader della Lega, Salvini, e il segretario del Pd, Enrico Letta. Oggi il primo incontro, domani ne seguirà un altro. “Lungo e cordiale incontro tra Matteo Salvini ed Enrico Letta negli uffici della Lega alla Camera – si legge in una nota, per la prima volta a firma congiunta di Pd e Lega – con il faccia a faccia si è aperto un dialogo: i due
leader stanno lavorando su delle ipotesi e si rivedranno domani. Lo riferiscono note della Lega e del Partito Democratico”. “Un incontro molto positivo”, ha commentato Letta. “E’ bene che ci si parli”, ha commentato la presidente di FdI, Giorgia Meloni. “E’ normale che ci si parli in questo momento, tutti si parlano”, chiarisce Meloni.
Alla domanda se vedrà a breve il presidente Draghi ha risposto: “Non ho in programma appuntamenti”.
E c’è stato anche l’incontro alla Camera tra Giuseppe Conte, leader dei Cinquestelle, e Salvini. “C’è stata totale sintonia sulla necessità di rafforzare e intensificare il confronto, iniziato la settimana scorsa, per mettere da parte al più presto le schede bianche e scrivere un nome che unisca il Paese”, spiegano fonti del M5s. “Non faccio previsioni”. Cosi’ il
ministro degli Esteri, Luigi di Maio, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano quanto tempo ci vorrà per arrivare
all’elezione del nuovo presidente.
Il leader della Lega sta lavorando ad una rosa di nomi che possa trovare il consenso anche del Pd e del Movimento 5 stelle. Nell’incontro con Draghi di stamani, il presidente del Consiglio avrebbe espresso preoccupazione sull’eventualità di una impasse sul Quirinale che potrebbe avere ricadute sui mercati. Intanto Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, sull’incontro tra Mario Draghi e Salvini, risponde: “Non lo so come sia andato. Se si parlano è positivo…”.
Per l’elezione del Presidente della Repubblica arriva il monito della Conferenza episcopale italiana affinché il Parlamento ascolti “il desiderio di unità” che arriva dal Paese. “L’ascolto della realtà non è disincanto o esercizio astratto, ma è un dovere che interpella direttamente anche le responsabilità della politica”.
A Silvio Berlusconi “manca la pazienza, ma ha una dote importante: il coraggio”. Lo ha detto Umberto Bossi, nel cortile della Camera dopo aver votato, per primo, per il presidente della Repubblica. Per il Quirinale “ci sono ancora tanti nomi spendibili” e Draghi “è una delle carte, ma semmai uscirà più in là”. Bossi ha dubbi anche su Casini, un’opzione, dice, che “probabilmente non riesce”. Come sta giocando questa partita Matteo Salvini, chiedono i cronisti. “Non rispondo”,
dice secco il Senatùr.
Draghi al Quirinale “è una delle ipotesi in campo ma sta in piedi solo in un quadro di accordo politico. L’elezione del presidente della Repubblica non può essere un gesto di risulta tecnocratica ma è una scelta politica e prevede un accordo sul governo del dopo. Draghi è una ipotesi in campo, non è la sola”. Lo dice Matteo Renzi parlando con i
cronisti in Transatlantico e dicendo di non aver incontrato il premier. “Ci sono soluzioni diverse, Draghi ha sempre detto di essere un nonno a disposizione delle istituzioni, penso che gli si debba dire grazie per quello che ha fatto, che sta facendo e che farà”.
Stefania Losito