Non si placa lo scontro sulla riforma della giustizia. Il ministro, Carlo Nordio, ha accusato l’Associazione nazionale magistrati di interferenze nell’iter legislativo. “L’interlocutore istituzionale del governo e della politica”, ha sottolineato il guardasigilli, “non è il sindacato, ma il Consiglio superiore della magistratura”. Nordio ha poi parlato del nodo relativo alle intercettazioni, definite “una barbarie che costa 200 milioni di euro l’anno”.
Al ministro hanno replicato le toghe di Area Democratica per la Giustizia (AreaDG), secondo cui con la riforma “si va verso un diritto diseguale” e che si tratta di “una precisa scelta di politica criminale che va criticata”. L’Associazione nazionale magistrati, dal canto suo, ha dichiarato in una nota che “i magistrati hanno il diritto-dovere di parlare”.
Vincenzo Murgolo