Il Re dei tormentoni estivi contro i tormentoni estivi. La reclusione in casa, causa coronavirus, ha stimolato in Fabio Rovazzi profonde riflessioni, affidate a una interessante intervista al Corriere delle Sera: “Spero che sia l’occasione per gli altri artisti di abbandonare i cliché delle canzoni estive. Siamo in una fase di stallo, c’è desiderio di festeggiare ma non c’è la festa. Spero che escano canzoni consone al momento”. Rovazzi il coronavirus lo ha conosciuto molto bene nei suoi effetti: il nonno non ce l’ha fatta, una esperienza che lo ha segnato. Così il ragazzo geniale di “Andiamo a comandare”, “Volare”, “Faccio quel che voglio”, “Senza pensieri”, adesso è diventato riflessivo e inizia a intervenire anche sui fatti d’attualità, come le manifestazioni antirazziste dopo la morte dell’afroamericano George Floyd, soffocato durante l’arresto da un poliziotto.
Ma anche qui Rovazzi agisce con serietà consapevole che dire quel che si pensa non significa seguire l’istinto: “Lo faccio con attenzione e soprattutto informandomi prima. Non voglio fare disinformazione come fanno tanti personaggi del web che parlano senza arte né parte per seguire un trend senza credere in quello che dicono. Le mie sono opinioni e mi piace potermi confrontare anche con chi non le condivide”.
Intanto nella Fase due sta completando il trasloco nella sua prima casa di proprietà: “Dopo due anni e mezzo di lavori – dice al Corriere – la casa è pronta. Un concentrato di tecnologia: sala cinema con Dolby Atmos, studio di registrazione, rubinetti con asciugamani elettronico… la tecnologia stessa è stupita di quanta tecnologia ci abbia messo. È la mia prima casa di proprietà, la vivo come un conquista personale».