La famiglia di Andrea Papi, il 26enne ucciso da un orso nei boschi di Caldes, in provincia di Trento, sta valutando azioni civili e penali nei confronti di chi ha responsabilità nel controllo e nella gestione dei plantigradi in Trentino. Sul tavolo la possibilità di fare causa alla Provincia di Trento e allo Stato.
Intanto, il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ha ribadito la volontà di procedere nella direzione di un drastico ridimensionamento del progetto Life Ursus, che nel 1999 si era posto l’obiettivo di tutelare e reintrodurre la popolazione di orsi in Trentino-Alto Adige. “Dobbiamo riportare la popolazione a circa 50 unità. Non importa come” ha detto Fugatti. Attualmente, in Trentino si contano all’incirca un centinaio di esemplari, su un’area di circa 1.500 chilometri quadrati.
Assieme alla ricerca dell’orso responsabile dell’uccisione del runner di 26 anni, Fugatti ha comunicato ad Ispra di voler procedere all’abbattimento di altri tre esemplari ritenuti problematici.
Secondo Alberto Stoffella, ex guardia forestale della Provincia ed esperto di grandi carnivori, l’abbattimento non è un tabù, ma va fatto con cognizione di causa, per evitare di intervenire in modo sbagliato, prelevando gli esemplari più tranquilli e lasciando in vita quelli più aggressivi.
Le parole e i provvedimenti del presidente della Provincia Fugatti hanno naturalmente mandato su tutte le furie le associazioni animaliste che, invece, denunciano mancanze nella gestione dei grandi carnivori. Chiedono di avviare dei confronti per evitare una caccia alle streghe.
Legambiente ha auspicato la convocazione di un tavolo di confronto ministeriale, mentre l’Enpa ha fatto sapere di seguire la vicenda con il proprio ufficio legale. E non manca chi, come Oipa, parla di “un’amministrazione mossa da spirito di vendetta”.
Critiche e reazioni indignate, per la posizione dell’esecutivo trentino, anche sui social da parte degli amanti degli animali, con messaggi che vanno dallo stupore all’aperto dissenso nei confronti dell’ordinanza di abbattimento già firmata. Fugatti è sotto scorta già dal 2021 per le minacce ricevute dopo alcuni provvedimenti riguardanti proprio i grandi carnivori.
Gianvito Magistà