La Russia ha dichiarato persone ricercate gli inviati della Rai Stefania Battistini e Simone Traini, accusati di essere entrati
illegalmente sul territorio nazionale con le truppe ucraine nel Kursk. Con loro sono ricercati altri giornalisti occidentali.
Roma convoca l’ambasciatore di Mosca, con il ministro degli Esteri tajani che intende manifestare “sorpresa” per questa che ha definito una “singolare decisione”. Alexei Paramonov sarà ricevuto oggi pomeriggio al ministero.
La Rai ha reagito parlando di “un atto di violazione della libertà d’informazione” e affermando che Battistini e Traini
“hanno svolto in modo esemplare e obiettivo il proprio lavoro di testimoni degli eventi”. La Rai, si sottolinea ancora da Viale Mazzini, “continua a svolgere il proprio ruolo di servizio pubblico anche grazie alla coraggiosa attività dei propri
giornalisti e inviati e si riserva di operare in ogni sede per denunciare la decisione del governo russo a difesa della libera informazione e a tutela della propria giornalista e dell’operatore”.
I nomi di Battistini e Traini compaiono nel database dei ricercati del ministero dell’Interno sulla base di “un articolo del codice penale” non specificato. Ma l’agenzia Tass ricorda che per l’ingresso illegale in Russia è prevista una pena fino a
cinque anni di reclusione. Nella lista dei ricercati figurano altri inviati stranieri: Simon Connolly di Deutsche Welle, Nick
Walsh della Cnn e le giornaliste ucraine Natalia Nagornaya, Diana Butsko e Olesya Borovik.
“Il giornalismo non e’ un crimine. La posizione della Russia non è né democratica né contemporanea. Ricorda invece tempi bui di un passato che ritorna e che vede nell’informazione libera un nemico da combattere e annientare”. Lo afferma Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi. “Bene ha fatto il ministro Tajani – aggiunge – a convocare
l’ambasciatore russo, ma ancora meglio sarebbe stato se lo avesse fatto prima, quando venne diffusa la notizia di Stefania Battistini e Simone Traini indagati in Russia per essere entrati nel territorio nazionale insieme alle truppe ucraine”. Per Costante, “intimidazioni e pressioni, anche violente come questa, non spegneranno certo il faro che i media italiani hanno acceso sulla guerra che si sta consumando alle porte dell’Europa. La solidarieta’ della Fnsi ai colleghi della Rai”, conclude.
Stefania Losito