
La proposta del presidente russo Valdimir Putin per il futuro dell’Ucraina spiazza tutti: una “amministrazione transitoria” sotto l’egida dell’Onu, al fine di organizzare elezioni presidenziali “democratiche” nel paese e negoziare poi un accordo di pace con le nuove autorità.
“Potremmo ovviamente discutere con gli Stati Uniti, anche con i paesi europei e, naturalmente, con i nostri partner e amici, sotto l’egida dell’Onu, la possibilità di istituire un’amministrazione transitoria in Ucraina”, ha dichiarato Putin
durante un viaggio a Murmansk.
Le forze russe hanno “l’iniziativa strategica” lungo l’intera linea del fronte in Ucraina, ha aggiunto Putin. “Lungo tutta la linea del fronte, le nostre forze hanno l’iniziativa strategica”, ha dichiarato, stimando che “il popolo ucraino stesso dovrebbe capire cosa sta succedendo”. “Ci stiamo muovendo gradualmente, forse non così rapidamente come vorremmo, ma con insistenza e certezza, per raggiungere tutti gli obiettivi annunciati”, ha detto Putin.
Eppure i “volenterosi” diffidano: “Putin finge soltanto di negoziare, le sanzioni contro la Russia restano”, chiarisce il presidente francese Emmanuel Macron al vertice di Parigi sull’Ucraina. Niente unanimità, invece, sull’invio di soldati
come peacekeeper. Uno dei no arriva anche dall’Italia della premier Meloni, che chiede “garanzie solide per Kiev nel contesto euro-atlantico” e insiste per “coinvolgere gli Usa” al prossimo incontro. Francia e Inghilterra fanno scudo e decidono intanto una missione in tandem per addestrare l’esercito di Kiev e quella che Macron ha definito una “forza di rassicurazione” in Ucraina, formata da “diversi Paesi europei” dopo il raggiungimento della pace. Da Mosca, prima delle dichiarazioni di Putin sull’amministrazione transitoria, si era scatenata l’ira dei vertici di Stato: “Parigi e Londra preparano l’intervento militare. Sono piani aggressivi mascherati da peacekeeping”, ha detto la portavoce del Cremlino Zakharova.
Stefania Losito