Via ai saldi invernali nelle regioni italiane. Basilicata e Sicilia fanno da apripista domani 2 gennaio, seguite il 3 dalla Valle d’Aosta, mentre dal 5 gennaio partira’ ufficialmente la caccia a offerte e sconti in tutte le altre regioni italiane. A fare eccezione la provincia di Trento dove non e’ prevista una data di avvio dei saldi che possono essere svolti liberamente dagli operatori commerciali.
Confesercenti parla di una “valanga promozionale” che “danneggia gli imprenditori che correttamente aspettano il giorno previsto per dare il via alle vendite di fine stagione, a tutto vantaggio soprattutto dei grandi marchi e delle piattaforme web”. Tutto questo senza considerare quanto l’impatto dell’ inflazione e del caro-bollette incidera’ sul budget di spesa che le famiglie riusciranno a riservare agli acquisti a prezzo scontato. Cosi’, le prime stime delle principali organizzazioni del commercio tracciano un quadro in chiaroscuro.
L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori calcola che solo il 24% delle famiglie italiane fara’ acquisti ai saldi, vale a
dire il 13% in meno rispetto allo scorso anno. La spesa media a famiglia sara’ di 178,60 euro facendo registrare un calo del 3% rispetto ai saldi invernali del 2022. Piu’ ottimistiche le stime dell’Ufficio Studi Confcommercio secondo cui saranno 15,4 milioni le famiglie che punteranno sullo shopping in saldo. La spesa media a famiglia si aggirera’ sui 304 euro e ogni persona spendera’ circa 133 euro, per un giro di affari di 4,7 miliardi di euro. Il presidente nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Giulio Felloni si aspetta una “crescita dei saldi di oltre il 10%, che sara’ piu’ utile alla liquidita’ piuttosto che ai guadagni, che confidiamo possano arrivare dalla rinnovata fiducia che i consumatori ripongono con sempre maggiore frequenza nei nostri negozi orientati verso future strategie legate alla sostenibilita’ e all’innovazione”.
I negozianti d’ora in poi accanto alla merce dovranno indicare non solo la percentuale di sconto ma anche il vecchio prezzo, cioe’ il prezzo piu’ basso praticato per quel prodotto negli ultimi 30 giorni.
Le sanzioni applicabili dall’Autorita’ garante della concorrenza e del mercato per i negozianti che non rispetteranno la nuova norma vanno da 5mila euro a 10 milioni di euro.
Stefania Losito