Ascolta Guarda
PALATOUR

Sanremo – Boom di ascolti per la prima puntata. Il picco con Emma

Il festival di Sanremo lo ha vinto Rula Jebreal. Questo è il parere del neo direttore di Raiuno Stefano Coletta che questa mattina in conferenza stampa si è espresso a favore della giornalista palestinese che ha portato sul palco la sua storia. Coletta ha detto che “senza nulla togliere a Diletta (Leotta, ndr) quando si mette la verità in un racconto la strategia è vincente”.
L’ottimo risultato ottenuto e’ il segnale che nonostante questo festival avesse come sotto testo il 70/o anniversario, in realta’ ha saputo unire contemporaneita’ a tradizione, unire racconto e performance”, ha aggiunto Coletta.
Amadeus festeggia il buon risultato di ascolto della prima puntata: una media di 10milioni e 58mila spettatori con  il 52.2% di share. Un risultato percentuale che migliora quello dello scorso anno, quando la prima serata del Baglioni bis aveva fatto segnare una media del 49.5% di share con 10 milioni 86mila telespettatori.

Il dato che stupisce è che i giovani sono tornati a guardare Sanremo: con un record di presenze di giovani tra i 15 e 24 anni, un dato che non si vedeva nel 1997. Il picco di ascolto si è verificato alle 21,45 quando Amadeus ha dato il via alla gara. Il picco di share si è avuto quando Amadeus è uscito dal teatro per l’esibizione di Emma fuori dall’Ariston.
Dal 1999 non si vedeva una percentuale così alta di pubblico laureato davanti alla tv: ben il 57%.
Riproponiamo il testo del monologo di Rula Jebreal contro la   violenza sulle donne, la stessa che uccise sua madre. Un testo in   cui si alternano racconti e versi di famose canzoni.

“Lei aveva la biancheria intima quella sera?
-Si ricorda di aver cercato su internet il nome di un anticoncezionale quella mattina?

– Lei trova sexy gli uomini che indossano i jeans?
-Se le donne non vogliono essere sfruttare devono smetterla di vestirsi da poco di buono.

Queste sono solo alcune delle domande poste in un’aula di tribunale a due ragazze che in Italia, non molto tempo fa, hanno denunciato una violenza sessuale. Domande insinuanti, melliflue, che sottintendono una verità amara, crudele: noi donne non siamo mai innocenti. Non lo siamo perché abbiamo denunciato troppo tardi, perché abbiamo denunciato troppo presto, perché siamo tropo belle o troppo brutto perché eravamo troppo disinibite e ce la siamo voluta.
“Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie

Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo.
Perché sei un essere speciale
Ed io, avrò cura di te.”

Sono cresciuta in un orfanotrofio, insieme a centinaia di bambine. La sera, una per volta, noi bambine raccontavamo una storia, le nostre storie. Erano una specie di favole tristi. Non favole di mamme che conciliano il sonno, ma favole di figlie sfortunate, che il sonno lo toglievano. Ci raccontavamo delle nostre madri: torturate, uccise, violentate.
Ogni sera, prima di dormire, ci liberavamo tutte insieme di quelle parole di dolore. Io amo le parole. Ho imparato, venendo da luoghi di guerra, a credere nelle parole e non ai fucili, per cercare di rendere il mondo un posto migliore. Anche e soprattutto per le donne. Ma poi ci sono i numeri.
E in Italia, in questo magnifico Paese che mi ha accolto, i numeri sono spietati: ogni 3 giorni viene uccisa una donna, 6 donne sono state uccise la scorsa settimana. E nell’85% dei casi, il carnefice non ha bisogno di bussare alla porta per un motivo molto semplice: ha le chiavi di casa. Ci sono le sue impronte sullo zerbino, l’ombra delle sue labbra sul bicchiere in cucina.
“Butterò questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno
Giuro che lo farò
E oltre l’azzurro della tenda nell’azzurro io volerò
Quando la donna cannone
D’oro e d’argento diventerà
Senza passare dalla stazione
L’ultimo treno prenderà”.

 

Mia madre Zakia, che tutti chiamavano Nadia, ha preso il suo ultimo treno quando io avevo 5 anni. Si è suicidata, dandosi fuoco. Ma il dolore era una fiamma lenta che aveva cominciato a salire e ad annerirle i vestiti quando era solo un’adolescente. Il suo corpo era qualcosa di cui voleva liberarsi, era stato la sua tortura. Perché mia madre Nadia fu stuprata e brutalizzata due volte: a 13 anni da un uomo e poi dal sistema che l’ha costretta al silenzio, che non le ha consentito di denunciare. Le ferite sanguinano di più quando non si è creduti. L’uomo che l’ha violentata per anni, il cui ricordo incancellabile era con lei, mentre le fiamme mangiavano il suo corpo, aveva le chiavi di casa.

“Sally ha patito troppo
Sally ha già visto che cosa
Ti può crollare addosso
Sally è già stata punita
Per ogni sua distrazione o debolezza
Per ogni candida carezza
Data per non sentire l’amarezza”

Quante volte siamo state Sally? Mentre Franca Rame veniva violentata il 9 marzo del 1973, cercò salvezza nella musica. “Devo stare calma. Devo stare calma. Mi attacco ai rumori della città, alle parole delle canzoni, devo stare calma”, recitava nel suo potente monologo “Lo stupro”, in cui ripercorreva quel fatto drammatico. Le parole delle canzoni possono essere messaggi d’amore e di salvezza.  Io sono diventata la donna che sono perché lo dovevo a mia madre, lo devo a mia figlia che è seduta in mezzo a voi. Lo dobbiamo tutte, tutti, a una madre, una figlia, una sorella, al nostro paese, anche agli uomini, all’idea stessa di civiltà e uguaglianza. All’idea più grande di tutte: quella di libertà.
Parlo agli uomini, adesso. Lasciateci libere di essere ciò che vogliamo essere: madri di dieci figli e madri di nessuno, casalinghe e carrieriste, madonne e puttane, lasciateci fare quello che vogliamo del nostro corpo e
ribellatevi insieme a noi, quando qualcuno ci dice cosa dobbiamo farne. Siate nostri complici. E quando qualcuno ci chiede “Lei cosa ha fatto per meritare ciò che è accaduto?”
“C’è un tempo bellissimo, tutto sudato
Una stagione ribelle
L’istante in cui scocca l’unica freccia
Che arriva alla volta celeste
E trafigge le stelle
È un giorno che tutta la gente
Si tende la mano
È il medesimo istante per tutti
Che sarà benedetto, io credo
Da molto lontano”.

Sono stata scelta stasera per celebrare la musica e le donne, ma sono qui per parlare delle cose di cui è necessario parlare. Certo ho messo un bel vestito. Domani chiedetevi pure al bar “Com’era vestita Rula?”. Che non si chieda mai più, però, a una donna che è stata stuprata: “Com’era vestita, lei, quella notte?”. Mia madre ha avuto paura di quella domanda. Mia madre non ce l’ha fatta. E così tante donne. E noi non vogliamo più avere paura. Vogliamo essere amate. Lo devo a mia madre, lo dobbiamo a noi stesse, alla nostre figlie. Nessuno può permettersi il diritto di addormentarci con una favola. Vogliamo essere note, silenzi, rumori, libere nel tempo e nello spazio. Vogliamo essere questo: musica.”

 

 

Angela Tangorra

Musica & Spettacolo

Alex Wyse in diretta su Radio Norba

Appuntamento lunedì 17  novembre alle 21:20 con Stefania e Cristobal  

Sport

Tennis, Sinner si congratula con il numero uno Alcaraz: “Felice per lui, se lo merita. Ma non super felice”

L’altoatesino ammette che sarà una motivazione in più per l’anno prossimo

Tennis, Atp Finals: Alcaraz batte Musetti e si assicura il 2025 da numero uno al mondo

L'azzurro: "Sarebbe servito un miracolo, mi fermo: niente Coppa Davis"

Leggerissime

Gli Stati Uniti dicono addio al penny: aveva 232 anni, valeva un centesimo di dollaro

Il "necrologio" del New York Times: nei film era il prezzo per un pensiero

Il sonno arriva in 4 minuti e mezzo: lo studio per trattare l’insonnia o prevenire la sonnolenza al volante

Basta registrare l'attività cerebrale di una persona per una notte per poi prevedere i tempi del sonno nelle notti successive

 
  Diretta

Top News

Save the Children, 4 adolescenti italiani su 10 chiedono aiuto all’intelligenza artificiale. Maschi più soddisfatti delle femmine

Sei adolescenti italiani su dieci si dicono soddisfatti di se stessi, una percentuale che aumenta nei maschi, il 71% rispetto al 50% delle femmine. Ma…

Carta d’identità, dal 2026 niente rinnovo per gli ultrasettantenni: il provvedimento in Parlamento entro la fine dell’anno

Niente più rinnovo della carta d’identità per chi ha compiuto 70 anni. Il provvedimento sul rinnovo automatico della Carta d’identità per gli over 70 “lo…

Stati Uniti, terminato lo ‘shutdown’. Trump ha firmato il provvedimento dopo il via libera del Congresso

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato il provvedimento approvato dal Congresso per porre fine allo shutdown, ossia al blocco delle attività amministrative,…

Giovani in fuga dal Sud, in 170mila cercano fortuna altrove

Ogni anno 134mila studenti e 36mila laureati lasciano il Sud per andare al Centro-Nord, una fuga che al Mezzogiorno “costa oltre 4 miliardi”. Lo dice…

Locali

Save the Children: gli adolescenti pugliesi leggono più libri, quelli lucani vanno di più a teatro

Più di un adolescente pugliese su due legge libri al di fuori di quelli scolastici. Buon dato, ma sotto la media italiana di due punti…

Foggia, al policlinico Riuniti il primo impianto di cuore artificiale

Al policlinico Riuniti di Foggia è stato impiantato per la prima volta un cuore artificiale. L’intervento è avvenuto su un cittadino Foggiano di 68 anni.…

L’Asl di Bari vara un nuovo protocollo per battere sul tempo l’ictus

Un protocollo unico per intervenire immediatamente in caso di ictus con il coinvolgimento di tutti gli operatori dell’emergenza, dalla centrale operativa del 118 al neurologo…

Tre incidenti stradali nel Brindisino in una notte: morto un 20enne a San Vito dei Normanni

Tre incidenti stradali e un morto in provincia di Brindisi questa notte. Nel primo, avvenuto a San Vito dei Normanni alle 23, una Fiat 500…

Made with 💖 by Xdevel

SERIE B

STAGIONE 2025/2026

-

VS

-

-

-

Segui la diretta di voce al Bari
su Radio Norba Music