L’astronomo giapponese Totani: “Il telescopio spaziale Fermi della Nasa potrebbe averla ‘vista’”
Aveva ragione Capitan Harlock: la materia oscura esiste, e non è soltanto nel motore e nella carrozzeria del suo incrociatore Arcadia. L’astronomo Tomonori Totani, dell’Università di Tokyo, ha annunciato che il telescopio spaziale Fermi della Nasa potrebbe averla ‘vista’ in modo diretto, rilevando i raggi gamma che dovrebbero teoricamente essere prodotti dalla collisione e annichilazione delle particelle che la compongono.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Journal of Cosmology and Astroparticle Physics, solleva però qualche perplessità, come spiegano gli esperti dell’Istituto nazionale di fisica nucleare invitando alla cautela.
La materia oscura è stata finora osservata in modo indiretto, attraverso i suoi effetti sulla materia visibile, perché le
particelle che la compongono non interagiscono con la forza elettromagnetica, il che significa che la materia oscura non assorbe, riflette o emette luce.
Secondo una teoria tra le più accreditate, la materia oscura sarebbe composta da particelle massicce debolmente
interagenti (chiamate Wimp), che sono più pesanti dei protoni ma che interagiscono pochissimo con l’altra materia. Nonostante questa mancanza di interazione, quando due Wimp si scontrano, dovrebbero ann chilirsi a vicenda rilasciando altre particelle, inclusi fotoni gamma. Per anni i ricercatori hanno cercato questi raggi gamma nelle regioni in cui la materia oscura è concentrata, come il centro della Via Lattea.
L’astronomo Totani sostiene di esserci finalmente riuscito grazie al telescopio Fermi, che avrebbe rilevato questi raggi gamma “in una struttura simile a un alone verso il centro della Via Lattea. La componente di emissione di raggi gamma – spiega il ricercatore – corrisponde strettamente alla forma attesa dall’alone di materia oscura”.
Secondo Totani, queste misurazioni di raggi gamma non sarebbero facilmente spiegabili con altri fenomeni astronomici più comuni, pertanto considera questi dati una forte indicazione dell’emissione di raggi gamma da parte
della materia oscura.
“Le osservazioni di Fermi supportano un flusso elevato di fotoni dal centro galattico fin dal 2009”, spiega Luca Latronico, ricercatore dell’Infn e della collaborazione Fermi-Lat. “Negli anni, la morfologia e l’energia di questa emissione sono state interpretate diversamente da molti autori, con effetti di astrofisica, come emissione da una popolazione di pulsar non risolte, o annichilazione di particelle di materia oscura della famiglia delle Wimp localizzate nell’alone del centro galattico. Totani sembra avanzare una spiegazione di questo genere, ma osserva correttamente che questa interpretazione sarebbe in disaccordo con la mancata osservazione di simili emissioni da altri addensamenti noti di materia oscura nel cielo, come le galassie nane, da cui Fermi, e altri osservatori a più alta energia come Magic, non vedono emissione di raggi gamma. La partita è dunque ancora aperta. Occorre cautela – conclude Latronico – prima di dichiarare di avere osservato la materia oscura“. Speriamo di non dover aspettare il 2977 come il pirata spaziale manga di Leiji Matsumoto.
Stefania Losito