Ha subito atti intimidatori e minacce e per questo la prefettura di Bari ha disposto la scorta per il sindaco di Cellamare, nel Barese, Gianluca Vurchio. La misura di protezione è attiva dallo scorso mese di febbraio ed è stata assunta dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza sulla base di recenti denunce del sindaco. Le intimidazioni sarebbero iniziate nel dicembre 2019, con una lettera minatoria. Poi, a gennaio 2020, un ordigno distrusse gli spogliatoi dei nuovi campi di calcio comunali e nei mesi successivi ci sarebbero stati altri episodi intimidatori, sui quali sono in corso indagini per identificare i responsabili.
In alcune circostanze, fino al dicembre 2021, sempre in orario serale e quando il sindaco andava alla postazione del 118
dove lavora, sarebbe stato seguito e minacciato, anche con mezzi poi risultati rubati.
“Ho subito in questi mesi atti intimidatori anche gravi da parte di persone a me sconosciute – spiega il sindaco – immagino legati alla mia attività istituzionale. Sono sindaco di un piccolo comune, ci metto sempre la faccio e forse ho dato fastidio a qualcuno”. Nei suoi confronti, dopo i primi episodi del dicembre 2019 e del gennaio 2020, era già stata attivata una vigilanza generica, con auto dei carabinieri che passavano spesso dai luoghi da lui frequentati. Dopo gli ultimi episodi, questa forma di vigilanza è stata rafforzata e adesso “vengo scortato dai carabinieri la sera – spiega Vurchio – e devo sempre comunicare i miei spostamenti”.
Michele Abbaticchio, sindaco di Bitonto e vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico, l’associazione che riunisce enti locali e Regioni contro mafie e corruzione, commenta: “La situazione di continue intimidazioni nei confronti di Gianluca ci era nota, ma abbiamo atteso che la magistratura svolgesse il suo legittimo lavoro istruttorio. Siamo a lui vicini da tempo ed io ho la fortuna di sentirmi quotidianamente. Oggi gli ho detto che la decisione sulla scorta è la più gravosa ma quella più giusta – conclude Abbaticchio – lo Stato non può essere sotto minaccia continua. Perché un sindaco è lo Stato”.
Stefania Losito