È di 38 vittime, tra civili e militari, il bilancio di alcuni attacchi aerei condotti nella notte dall’esercito israeliano nella città siriana di Aleppo, nella parte settentrionale del Paese. Tra loro, secondo fonti della sicurezza siriana, citate dall’agenzia di stampa britannica ‘Reuters’, ci sarebbero cinque componenti del gruppo armato libanese Hezbollah. Secondo diversi media arabi, i raid aerei israeliani sono avvenuti “in concomitanza” con un attacco di droni contro civili descritto dal ministero della Difesa siriano come condotto da “organizzazioni terroristiche” della città di Idlib.
Subito dopo l’attacco una fonte militare siriana aveva detto all’agenzia di stampa ‘Sana’ che “verso l’1.45 il nemico israeliano ha lanciato un attacco aereo daalla direzione di Athriya, a sudest di Aleppo”.
Intanto, secondo l’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, Israele ha una “responsabilità significativa sulla catastrofe umanitaria a Gaza” ed esiste un caso “plausibile” secondo cui il governo di Tel Aviv stia usando la fame come arma di guerra a Gaza. Se tale intento fosse dimostrato, ha aggiunto Türk, ciò equivarrebbe a un crimine di guerra. La Corte internazionale di giustizia dell’Aja ha invece ordinato a Israele di “garantire un’assistenza umanitaria urgente” a Gaza, dove è “cominciata la carestia”. Si tratta di nuove misure provvisorie emesse dalla Corte, che deve pronunciarsi sulle accuse di genocidio mosse dal Sudafrica nei confronti dello Stato ebraico. Il ministero degli Esteri israeliano, dal canto suo, ha affermato che il governo di Tel Aviv continuerà a cercare nuovi modi per facilitare l’ingresso di maggiori aiuti nella Striscia di Gaza. “Israele”, ha dichiarato il portavoce ministeriale Lior Hayat in un comunicato pubblicato su X, “continuerà a promuovere nuove iniziative e ad espandere quelle esistenti”.
Vincenzo Murgolo