Utilizzavano un bimbo di appena nove anni per consegnare dosi di droga ai clienti o per incassare debiti maturati da acquirenti costretti a saldarli perché minacciati. È quanto accertato dai carabinieri di Andria che hanno arrestato due persone, un uomo di 50 anni e una donna di 35 entrambi del posto, per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e ricettazione, con l’aggravante di aver sfruttato il minorenne, figlio della donna. All’uomo il provvedimento cautelare è stato notificato in carcere dove è finito nello scorso mese di luglio perché sorpreso a spacciare droga e perché in possesso di armi. Dopo il suo arresto in flagranza, i militari hanno perquisito la sua abitazione trovando e sequestrando cocaina, materiale da taglio e per il confezionamento delle dosi, due pistole alterate e senza matricola oltre a una settantina di munizioni di diverso calibro. Da allora, i controlli basati su intercettazioni ambientali, telefoniche, monitoraggi telematici e pedinamenti, sono continuati ed è emerso che durante i colloqui in carcere con la compagna, il 50enne impartiva regole e modalità di gestione dello spaccio che la donna eseguiva impiegando suo figlio.
Al piccolo, secondo quanto accertato dai carabinieri, almeno otto clienti hanno consegnato soldi in cambio delle dosi di droga. Per gli inquirenti, il bambino veniva sfruttato per non destare sospetti. Ora anche la donna si trova in carcere.
L’operazione è stata chiamata Croce rossa perché “considerata una attività di aiuto nei confronti del minore”, spiega l’Arma.
Michela Lopez