“La notte è il momento più brutto: siamo rinchiusi nelle nostre case al buio, non accendiamo mai la luce per non diventare bersagli. E aspettiamo in silenzio, sperando di non sentire il frastuono delle bombe che però puntualmente arriva. Ci mettiamo accanto ai muri maestri, come ci è stato spiegato di fare, ma non dormiamo praticamente più”.
Non è il racconto di un testimone della Seconda Guerra mondiale, o di un ebreo che sfugge ai nazisti. Non è ancora storia, è presente. E’ il racconto fatto nelle ultime ore da Nataliya, che vive a Kiev, e lavora all’istituto italiano di cultura presso l’Ambasciata d’Italia.
“Per comprare il pane ci sono delle file lunghissime – aggiunge – e le farmacie sono chiuse: ci aiutiamo tra famiglie
se serve un medicinale”.
Stefania Losito