In vent’anni 2 milioni e mezzo di residenti sono emigrati dal Sud Italia, otto su dieci per andare al Nord. Il rapporto Svimez 2023, presentato stamani a Roma, registra lo “spopolamento del Mezzogiorno”, con la perdita netta di 1,1 milioni di residenti, dal 2002 al 2021, tra cui 808mila under 35 di cui un terzo laureati. E le previsioni sono ancor meno rosee: al 2080 si stima un calo di oltre 8 milioni. Un dato positivo è che al sud cresce il lavoro molto più che al nord, del 3% nell’ultimo triennio, ma le regioni meridionali restano povere, in un contesto di diffusa precarietà e bassi salari. Per crescere servono politiche industriali, ridurre il divario di genere e aumentare i laureati, in un contesto in cui la ripresa post-Covid al Sud è stata senza industria. Il direttore di Svimez, Luca bianchi, spiega che “senza il Pnrr avremmo un Paese sostanzialmente in recessione e un Sud con una recessione più forte che nel resto del Paese con un calo del Pil dello 0,6% nel 2024. Quello che mantiene la crescita del Paese è l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Nonostante l’essenzialità del piano per la ripresa, l’associazione segnala “debole progettualità e partenza dei lavori ritardata” al Sud. E un altro gap da colmare è la ripartizione dei nuovi asili nido che penalizzano l’occupazione femminile: il rapporto sottolinea che il Sud affronta gravi ritardi nell’offerta di servizi per la prima infanzia che permettono di lavorare soltanto a tre donne su 10. Al momento, secondo Svimez, le ripartizioni delle risorse non consentirebbero di raggiungere il target europeo del 33% in tutte le regioni. Tra queste c’è la Puglia.
L’attacco all’assenza di una strategia per il Pnrr da parte dello Svimez non lascia indifferente il ministro Raffaele Fitto, alla presentazione del report, che chiarisce: “Per la prima volta c’è una strategia per le aree interne per i giovani, poniamo le condizioni per restare anche nei piccoli comuni”. Sugli asili nido finanziati dal Pnrr, passati da da 248 mila a 150 mila posti nella revisione, il ministro Fitto invita a non guardare “il numero freddo del Pnrr” e a evitare “polemiche sloganistiche di cui il Paese non ha bisogno”.
Stefania Losito