Lo aveva detto dopo la vittoria a Sanremo e ha mantenuto la promessa: il cantautore pugliese Diodato farà parlare del concerto del primo Maggio a Taranto anche quest’anno. “Faremo rumore, non dobbiamo restare in silenzio”. E da palco di lotta tra diritto alla salute e diritto al lavoro, quest’anno la manifestazione si trasforma in mille finestre aperte sul confronto. Il Primo Maggio Libero e Pensante non sarà il concertone come tutti gli altri, per evidenti ragioni pandemiche, ma sarà costruito con dibattiti, dalle 15, sulla pagina social e sul sito dell’organizzazione e supportato da La7 con Propaganda Live che trasmetterà il docufilm realizzato da Giorgio Testi, Francesco Zippel e Fabrizio Fichera sulla storia della città del siderurgico, del Comitato Liberi e Pensanti e dei concerti realizzati negli anni, prodotto da Pulse Film.
Nel docufilm compaiono ospiti come Vinicio Capossela, Piero Pelù, i Negramaro, Gabriella Martinelli con la sua canzone sul “Gigante d’acciaio” portata all’Ariston. E sono alcuni tra i tanti che anche quest’anno hanno sposato la battaglia libera e pensante.
La manifestazione cambia quindi pelle e decide di parlare, piuttosto che suonare. Di fare politica di confronto.“Abbiamo deciso di fermarci e rispettare il dramma dei medici e dei malati”, ha spiegato l’attore, anche lui tarantino, Michele Riondino, da pochi giorni papà-bis, uno dei tre direttori artistici della manifestazione, con Diodato e Roy Paci, musicista siciliano ma salentino d’adozione.
Carico di entusiasmo anche soltanto telematico, l’Uno Maggio non solo non si ferma ma rilancia con una raccolta fondi in favore di Emergency. Il ricavato sarà devoluto ai progetti per costruire ospedali nel mondo. “Perché anche Taranto, per anni, ha lottato per avere un ospedale specializzato”, ha detto il fondatore Gino Strada in conferenza stampa.
E nella conferenza stampa di presentazione del programma, interviene Raffaele Cataldi, operaio ex Ilva, in cassa integrazione dal 2018. “L’Uno Maggio è un megafono per parlare di quello che accade a Taranto. Quello che voi state vivendo ora con le restrizioni, da noi succede da anni nei wind days. I bambini devono giocare in casa e non possono andare a scuola, non puoi tenere le finestre aperte. Non puoi uscire per le polveri inquinanti che si sollevano nei giorni di Tramontana . Perché la storia di Taranto, oggi, è quella di qualsiasi città. L’Ilva per Taranto è come il Covid per tutti, soltanto che al virus ancora non c’è soluzione, mentre per l’Ilva sì: chiuderla, e lo dice un operaio che ci lavora”.
Stefania Losito
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