
Al terzo set il numero 2 del mondo costretto a ritirarsi contro Griekspoor
Jannik Sinner piegato sulla racchetta. Cerca di camminare, zoppica, chiama il suo fisioterapista. E’ quello che accade in finale del China Open, al terzo set, quando il numero 2 del mondo è costretto a ritirarsi contro l’olandese Griekspoor. E’ il suo settimo forfait per motivi fisici di tutta la carriera. Il tennista altoatesino ha lottato finché ha potuto, con le
gambe devastate dai crampi a cui non è sicuramente stato indifferente il caldo afoso e umido di Shanghai, pagato
duramente da diversi partecipanti, tanto che Rune è sbottato: “Volete il morto?”. Un ritiro giunto quando la partita
era sullo score di 6-7 (3) 7-5 3-2 in favore di Griekspoor.
L’uscita di Sinner dal campo, portato a braccia dai fisioterapisti, è avvenuto tra gli applausi del pubblico, e chissà se lo ha consolato un minimo dopo il calo nella classifica Atp, a seguito di questo ritiro clamoroso: l’azzurro, che a Shanghai l’anno scorso aveva vinto, perde per strada 950 punti (i 1.000 della vittoria del 2024 meno i 50 rimediati al secondo turno contro Altmeier), mentre l’eterno rivale Alcaraz, che a Shanghai non e’ andato proprio causa caviglia malconcia, ne perde solo 200 essendosi l’anno scorso fermato ai quarti. La forbice tra i due dunque si allarga, con lo spagnolo in testa a 11.340 punti e l’italiano secondo a 10.000. Un gap che azzera ormai le chances per Sinner di tornare in vetta entro quest’anno: se ne riparlera’ nel 2026.
Ora per lui dieci giorni di riposo e allenamento, prima di presentarsi al torneo non ufficiale del Six Kings Slam in Arabia Saudita, dal 15 ottobre, e poi la chiusura di stagione con le Finals a Torino e la Coppa Davis.
Stefania Losito