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Federico Zampaglione è la serenità in persona. Così lo dipingono le sue parole durante l’intervista in diretta su Radionorba questo per presentare l’album “Nel respiro del mondo” uscito ad aprile.
Il singolo che lo ha presentato è “Piccoli miracoli”, una canzone in cui Federico ha saputo raccontare l’importanza del qui e ora: “Ci sono momenti di vita che ripercorri dopo anni, non te li sei saputi godere e non li hai voluti vedere. I piccoli miracoli raccontano che la vita è oggi. E’ importante il domani, ma conta molto l’oggi e seguire il cuore”.
Evidentemente abbiamo un limite nel goderci il presente che potrebbe essere la frenesia. Secondo Federico: “Sicuramente è così. Magari quando qualcosa va bene la risposta è ‘speriamo che duri’, però va detto che intanto oggi va bene e godiamocelo e diamo il massimo anche perchè poi si entra nell’imponderabile. Noi non siamo in grado di controllare quello che ci accade. Abbiamo l’illusione di farlo, ma quello che succede nella realtà non possiamo controllarlo. Per esempio, mi trovavo in Tahilandia, di fronte a un mare stupendo, avevo scritto la musica di ‘Piccoli miracoli’ e non avevo le parole e non sapevo se le avrei trovare. Poi però ero davanti a un tramonto meraviglioso, un miracolo! Ma non ho ragionato su questo… poi la chitarra mi ha fatto arrivare le parole dall’inconscio”.
Il singolo è programmatissimo dalle radio e sta avendo un grandissimo successo. Dice Federico: “Ringrazio chi lo programma, la gente che scrive commenti e che lo visualizza e lo acquista su iTunes, perchè non è niente scontato. Ogni volta che esce un disco nuovo ti metti in gioco e se mi avessero detto che avrebbe avuto tutto questo successo avrei stappato più di una bottiglia!”.
“Molo 4” è uno dei brani poetici del disco. Spiega Federico: “Il molo 4 è un non luogo ed è in qualche modo immaginario. Si parla di viaggio con il mare citando i marinai, ma potrebbero essere i migranti che partono alla volta di coste sconosciute pieni di speranza e c’è anche un messaggio al di là di tutto: la speranza verso qualcosa, ma dobbiamo essere in grado di affrontare il mare per andare incontro al destino. Se stai chiuso dentro casa e aspetti che ti suonino, a parte una bolletta e equitalia è difficile che qualcosa di bello ti accada…..”
Una delle fortune di Federico, come lui stesso racconta, è stata quella di avere un papà grande appassionato di musica: “E’ stato lui che facendomi ascoltare dischi fondamentali per la mia vita mi ha portato per passione verso la musica, cosa che io stesso faccio ora con mia figlia. Lei ama la musica, canta tutto il giorno, perchè la musica ti salva da tante cose. Anche lei ascolta la radio e le capita anche di ascoltare le mie canzoni. Anzi, io ringrazio sempre la radio che alla fine è la voce della gente. E’ cambiato il modo di ascoltare musica e la musica è cambiata, ma la radio è l’unica realtà rimasta identica nel tempo”.
Il filo conduttore del disco è il mare. “Le onde possono essere i pensieri”, dice Federico, ” i sentimenti, le emozioni che non hanno fine e si rigenerano con un moto perpetuo simile alle onde. Sono i luoghi dell’anima, la metafora è il mare come simbolo di pace, serenità, ma anche di solitudine ed estraniazione che mette in contatto terre culture e mentalità diverse. L’immagine visiva del mare evoca suoni che sono diversi rispetto al solito meno vintage, più moderni grazie a Luca Chiaravalli e la sua produzione. Ero in città, volevo fare il disco sul mare e stavo diventando pazzo. Poi un pomeriggio con mia figlia sono andato in un negozio che vende percussioni. Ho acquistato tutto ciò che produce suoni, ho preso casa sulla spiaggia me ne sono andato a Sabaudia. Ho riempito la casa di strumenti, i telefonini neanche prendevano e parecchi giorni dopo avevamo buttato giù il cuore del disco. L’ho fatto sulla spiaggia: quando cercavo sonorità che non riuscivo a raggiungere mi mettevo seduto sulla riva, uscivo da casa e osservavo il mare e sentivo che qualcosa si muoveva e le traducevo in suoni”.
Del disco fa parte “Tra di noi”, pezzo che Federico ha scritto con il padre e che è un “inno agli amori che superano il tempo”. “A volte – sospira il cantante – si dice che l’amore dura tre anni o due anni, ma esistono amori che vanno bene al di là degli anni nonostante fasi difficili e questa è una canzone dedicata a chi si ama da tanto tempo e ha intenzione di continuare a farlo“.
Angela Tangorra