Avrebbero coinvolto anche un bambino di undici anni nello spaccio di droga e avrebbero svolto le loro attività estorsive anche mediante “pestaggi, minacce, violenze e attività di ritorsione”. Sono le due principali “strategie diversificate” utilizzate dai componenti di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, con base nel Metapontino, sgominata oggi dai carabinieri con l’arresto di 17 persone (dieci in carcere e sette ai domiciliari) e l’obbligo di dimora per altre due.
L’operazione – con appendici eseguite in Puglia e nel Lazio – è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di
Potenza perché l’associazione ha agito con l’aggravante del numero dei componenti – oltre dieci – dal possesso di armi e “dall’utilizzo del metodo mafioso”.
Il clan, attivo dal 2020, operava a Marconia di Pisticci, Bernalda e Scanzano Jonico (Matera) e si riforniva di droga nelle province di Bari e Taranto. Secondo l’accusa, l’associazione ha reagito contro chi ostacolava le sue attività preparando un attentato esplosivo verso presunti informatori dei Carabinieri, che però hanno arrestato l’uomo che lo stava preparando sequestrando il materiale da utilizzare per confezionare l’ordigno. Durante le indagini i militari hanno sequestrato cocaina, hascisc e marijuana, oltre 3.500 euro in contanti, 20 candelotti esplosivi artigianali (due dei quali “già riempiti di polvere pirica”), due tubi cilindrici e chiedi e biglie in ferro, da usare per rendere gli ordigni pericolosissimi.
Le principali accuse sono di associazione finalizzata al narcotraffico, aggravata dal numero, dalle armi e dall’uso del metodo mafioso, detenzione e spaccio di droga aggravato dall’impiego di un minorenne nell’attività di spaccio, concorso in detenzione e porto illegale di esplosivi e “tentata fabbricazione di ordigni micidiali aggravati dal metodo mafioso”.
Stefania Losito