Le accuse: “Si tratta di un colpo di Stato”
La pandemia da Covid-19 fa precipitare nel caos la Tunisia: migliaia sono scesi in piazza contro il governo, il presidente Kais Saied ha imposto le dimissioni del premier, Hicham Mechichi, e ha congelato il Parlamento per 30 giorni. Sotto accusa la gestione dell’economia e dell’epidemia. Ci sono stati scontri e arresti. Nonostante il coprifuoco, imposto tra le 20:00 ora locale e le 5:00, e le restrizioni dell’emergenza sanitaria che vietano ogni tipo di manifestazione pubblica, migliaia di auto e semplici cittadini hanno festeggiato fino a tarda notte. Anche il presidente si è unito ai manifestanti ad un certo punto. Da diversi giorni su Facebook circolavano appelli a scendere in piazza. I dimostranti chiedevano una modifica alla Costituzione e un periodo di transizione gestito dall’esercito, pur mantenendo Saied come capo dello Stato.
Una parte della classe politica denuncia il golpe: “È un colpo di Stato contro la rivoluzione”, ha accusato il partito islamista moderato Ennahda. Immediata la risposta del presidente Saied: “Le decisioni di congelare per 30 giorni il Parlamento, revocare l’immunità ai deputati e licenziare il premier non rappresentano un colpo di Stato, si tratta di decisioni costituzionali, ai sensi dell’articolo 80 della Costituzione” e ha proseguito: “Chi parla di colpo di Stato dovrebbe leggere la Costituzione o tornare al primo anno di scuola elementare, io sono stato paziente e ho sofferto con il popolo tunisino”.
Intanto arrivano le prime reazioni dei partiti, che la notte scorsa hanno tenuto vertici per valutare la situazione. Preoccupa gli osservatori il fatto che Saied abbia deciso di avocare a se’ anche la carica di Procuratore generale della Repubblica, con la facoltà di poter esercitare l’azione penale e arrestare anche i deputati. Sempre secondo le stesse fonti, nei confronti di alcuni deputati, che hanno cause pendenti con la giustizia, sarebbe già stato intimato il divieto di viaggiare all’estero.
Michela Lopez