Sono 42.000 gli ucraini a rischio a causa delle inondazioni su entrambe le sponde del fiume Dnipro dopo che la diga Nova Kakhovka è stata fatta saltare in aria: il picco dell’onda alluvionale è previsto per oggi. Lo riporta il Guardian citando funzionari ucraini. Il bacino da 18 milioni di metri cubi, costruito nel 1958, è strategico per alimentare la Crimea e la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Diversi soldati russi sono stati travolti dalle acque: molti sono stati uccisi o feriti nel caos. Lo raccontano a Cnn alcuni soldati ucraini. Il capitano Andrei Pidlisnyi ha riferito che quando la diga è crollata “nessuno sul lato della Russia è stato in grado di scappare.Tutti i regimenti della Russia sono stati inondati”. Sette persone risultano disperse, ha detto il capo dell’amministrazione cittadina russa Vladimir Leontyev citato da Ria Novosti. “Stiamo cercando i dispersi, c’erano dei pastori in quella zona”, ha detto Leontyev. Secondo i servizi di emergenza russi, 2.700 abitazioni sono state allagate e 1.300 persone sono state evacuate. In tutta la regione filorussa di Kherson è stato dichiarato lo stato di emergenza. Ma si contano decine di paesi rimasti sott’acqua e senza elettricità, e più di 40mila evacuati.
Le inondazioni hanno danneggiato anche i vicini ponti della regione meridionale di Mykolaiv. Lo ha riferito il capo dell’amministrazione militare della città di Snihurivka Ivan Kukhta citato dalla Cnn. Kukhta ha reso noto che un ponte nel villaggio di Yelyzavetivka è stato distrutto e un altro nel villaggio di Halahanivka è stato “completamente sommerso dall’acqua”. E ha aggiunto che le autorità stanno evacuando i residenti dalle abitazioni a Snihurivka.
A causa dell’esplosione della diga, “si è formata una chiazza di petrolio di almeno 150 tonnellate che viene trasportata dalla corrente verso il Mar Nero. Non possiamo ancora prevedere quanta parte delle sostanze chimiche, dei fertilizzanti e dei prodotti petroliferi stoccati nelle aree alluvionate finirà nei fiumi e nel mare. L’evacuazione delle persone dall’area allagata è in corso: quasi ottanta insediamenti sono a rischio”, ha reso noto il presidente Volodymyr Zelensky sul sito ufficiale del Governo ucraino. Nella stessa nota, Zelensky ha affermato di aver ricevuto “un’offerta seria e potente” di caccia da combattimento F-16 dai leader dei Paesi alleati. Il sito presidenziale ucraino riporta le parole di Zelensky che fa riferimento alla visita in Moldavia dove ha avuto un incontro con i leader che hanno confermato la disponibilità a fornire aerei F-16. ” I nostri partner sanno di quanti velivoli abbiamo bisogno. Sono molto contento delle informazioni che ho ricevuto da alcuni paesi. E’ stata un’offerta seria e potente”, ha detto Zelensky.
Sulla diga saltata in aria c’è un rimpallo di responsabilità. Per Zelensky la Russia ha “deliberatamente fatto saltare la diga” e “il mondo deve reagire”. Mosca nega e ribalta l’accusa: “Atto terroristico di Kiev per fermare le nostre truppe”.
Molti morti, migliaia di evacuati. L’intelligence americana tende a ritenere la Russia colpevole. Per questo il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha convocato una riunione urgente: “In ogni caso è colpa dell’invasione russa”, dice Guterres. “Criminale danneggiare la diga”‘, commenta la premier italiana Meloni. E ieri il cardinale Zuppi, inviato del Papa a Kiev, è stato ricevuto da Zelensky. ‘”Missione utile sulla via della pace”, commenta la Santa Sede. Per Kiev “la formula della pace non può che essere ucraina”.
Stefania Losito