Serena Williams battuta dalla ex del Matteo nazionale, sugli spalti dell’Artur Ashe anche Spike Lee
L’addio della Regina al tennis è costellato di lacrime e lustrini: in divisa di paillettes, Serena Williams a 41 anni dice addio agli Us Open, dopo essere stata eliminata in tre set dall’australiana di origine croata Ajla Tomljanovic (ex di Berrettini), 44esima nel ranking mondiale, e dopo un pianto liberatorio (“di gioia”, ha chiarito) ha confermato il ritiro che aveva preannunciato un mese fa in una lettera alla rivista Vogue. La vincitrice di 23 Slam e dominatrice dell’ultimo ventennio tennistico, che compirà 41 anni il 26 settembre, ha lasciato però un piccolo spiraglio aperto per un ritorno: “Non credo, ma non si sa mai”.
L’inattesa sconfitta nel terzo turno di un torneo che ha vinto per ben sei volte, e’ arrivata dopo tre ore di gioco per 5-7,
7-6, 1-6. Dopo aver battuto al secondo turno la numero due del ranking mondiale, l’estone Anett Kontaveit, l’incontro con la 46esima in classifica sembrava alla portata dell’americana che ha buttato via il primo set, perso 7-5 dopo essere stata avanti 5-3, poi vinto il secondo al tie-break dopo essere stata sul 5-2, infine e’ crollata al terzo, con la Tomljanovic passata dallo 0-1 al 4-1.
Dalle tribune dell’Arthur Ashe gremite di 15mila tifosi, tra cui il regista Spike Lee, in molti hanno ripreso coi cellulari l’ultimo scambio per immortalare un pezzo di storia. Il dritto finito sulla rete dopo un gioco durato 14 minuti è stato il colpo d’addio.
Si chiude ufficialmente la carriera di una giocatrice unica nel panorama mondiale. “The Queen”, come è soprannominata, non raggiungera’ il record di 24 vittorie del Grande Slam dell’australiana Margaret Court e come segno del destino è stata proprio un’australiana a beffarla nel suo giorno.
Williams è stata complessivamente numero 1 al mondo per 319 settimane più o meno sei anni e ha vinto 73 titoli nel circuito maggiore, di cui 23 nei tornei del Grande Slam, i più importanti e prestigiosi: più di chiunque altro nel tennis moderno, sia maschile che femminile.
A Vogue, Serena aveva detto di sperare che con il passare degli anni le persone arrivino a pensare a lei come “un simbolo di qualcosa di piu’ grande del tennis”.
Un ringraziamento commosso è andato alla sorella Venus e al defunto papà Richard, il “King Richard” al centro del recente film biografico “Una famiglia vincente”.
Intanto Matteo Berrettini, dopo lo stop imposto dal contagio Covid, non si ferma. Sul cemento dell’Arthur Ashe Stadium il romano batte Andy Murray in quattro set giocando un tennis convincente e stacca il biglietto per gli ottavi di finale dell’ultimo Slam stagionale: 6-4 6-4 6-7(1) 6-3 il punteggio per tennista azzurro, numero 14 della classifica Atp e testa di serie numero 13 del torneo americano, che domenica lo torna in campo negli ottavi contro spagnolo Davidovich Fokina, numero 39 Atp, che ha eliminato 6-4 5-7 6-4 6-4 il qualificato colombiano Galan Riveros.
“Alla fine ero un po’ stanco – ha spiegato Berrettini- Abbiamo giocato quasi quattro ore, ma contro Murray è sempre una grande lotta. Potevo far meglio nel terzo set su alcune opportunità, ma lui è un campione. Mi era già successo nel passato di non riuscire a sfruttare delle palle break, il mio allenatore mi dice sempre di imparare dagli errori: è stato un
po’ frustante perdere tie-break del terzo, ma nel tennis bisogna liberare la mente e guardare avanti”.
Stefania Losito
(In copertina, l’addio di Serena Williams tratto dalla pagina ufficiale Facebook degli Us Open Championship)