
L’accusa chiede diciotto mesi con la condizionale, la difesa l’assoluzione: nell’ultima udienza del processo per violenze sessuali e molestie contro la star francese Gérard Depardieu. La sentenza il 13 maggio.
Le legali delle due accusatrici, Amélie e Sarah, hanno definito “intenzionali” le “aggressioni sessuali” dell’attore, l’avvocato di lui ha parlato di “organizzazione di femministe arrabbiate” ai danni di Depardieu.
Per la difesa, le presunte vittime erano “donne in situazione di inferiorità sociale” rispetto alla “grande celebrità dell’aggressore, impegnato da protagonista sul set” di un film nel 2021, Les Volets verts. L’accusa ha ammesso che Depardieu, 76 anni, “gode di una notorietà, di un alone e di uno status monumentale nel cinema francese”. Ma, secondo l’avvocato, ad essere vittima di “molestie” è Depardieu: “Deve finire quest’incubo – ha detto in aula il legale – l’inferno nel quale Gérard Depardieu è stato gettato”. Poi, rivolgendosi aggressivamente alle due ha aggiunto: “Il vostro trauma è relativo!”. Depardieu, davanti alle telecamere, ha detto di essere “stanco”. Nei giorni scorsi era apparso combattivo, spiegando di ricordare che “forse (una delle due, ndr) l’ho sfiorata con la schiena nel corridoio, ma non l’ho toccata. Non ho fatto nessuna aggressione sessuale, un’aggressione è più grave…”. E quando l’avvocato delle parti
civili gli ha ribattuto: “Più grave di cosa?”, lui ha risposto: “Più grave di una mano sul sedere. E poi, io non ho messo mani sul suo sedere”.
Stefania Losito