
La morte di Silvio Berlusconi è su tutte le testate anche internazionali con un’ampia notizia in apertura. Su El Mundo, a ricordarne la figura è l’ex premier popolare José María Aznar (1996-2004). “Nel corso del mio periodo al governo”, scrive il politico, “abbiamo sempre trovato in lui un alleato disposto a far pendere dalla nostra parte le questioni al centro della discussione”. Berlusconi, aggiunge Aznar, è stato “un amico e alleato della Spagna” con cui lui stesso ha potuto condividere “un’idea dell’Europa che ancora oggi mantiene intatta la sua proiezione verso il futuro”.
El País riserva invece al Cavaliere un editoriale. “‘Con la scomparsa di Berlusconi non si chiude un’epoca nella politica
italiana”, si legge, perché “l’influenza” dell’ex premier “sul modo di intendere il dibattito pubblico”, “il suo modo di
governare” e “il concetto stesso di verità e bugia” continuano a “condizionare” non solo la politica italiana, ma anche “ciò che sta succedendo in altri importanti Paesi europei”. In altre parole, riassume il quotidiano progressista, “Berlusconi rappresenta il trionfo del populismo messianico”.
Per La Vanguardia, l’ex premier “irruppe” nella politica italiana “disposto a cambiare tutto”, e “nella sua ora finale
bisogna riconoscergli il merito di avercela fatta”.
Già da ieri i titoli dei giornali hanno pubblicato i loro editoriali, le analisi, le opinioni sul leader di forza Italia e quattro volte presidente del consiglio. “Ha cambiato il mondo, anche se non in meglio”, recita il tedesco Süddeutsche Zeitung. Non più mite il titolo del The Guardian che parla del politico “travolto dagli scandali”. Al contrario, il giornale online indipendente russo The Moscow Times titola: “Putin piange la morte del ‘caro amico’ Berlusconi”. Le Figaro resta sul tema della guerra in ucraina sin da subito: se da un lato lo appella come un “gigante della politica italiana”, dall’altro mette in luce il rapporto con Putin e le critiche contro Zelensky.
Stefania Losito