Polemiche prestestuose, commenta il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. Palazzo Chigi tira dritto sul reddito
di cittadinanza. La maggioranza ha scelto di tutelare i fragili prevedendo il prosieguo degli aiuti per invalidi, anziani e famiglie con minori a carico, chiarisce. “Le persone che perderanno ora il reddito di cittadinanza – sintetizza Fazzolari
– lo avrebbero perso anche con la norma dei grillini. Anzi, grazie a noi almeno i fragili lo manterranno. Se questo è il
livello dell’opposizione temo che ci toccherà governare a lungo”. Ma dal centrosinistra e dalla Cgil continuano le
critiche. “Il governo – dice il segretario Maurizio Landini – taglia il reddito a 169 mila famiglie e contemporaneamente
continua a fare sanatorie fiscali. Non sta né in cielo né in terra in un Paese in cui si è poveri lavorando e in cui metà
Paese fa fatica ad arrivare alla fine del mese”. Dal sindacato arriva inoltre un allarme. “Centinaia di migliaia di persone –
dice Daniela Barbaresi, responsabile delle politiche sociali – dai prossimi giorni si ritroveranno senza sostegni”.
“Il governo – sottolinea Barbaresi – sta scaricando l’onere sui Comuni, ma i Comuni non ce la fanno, non hanno risorse e non hanno personale” per permettere ai servizi sociali di prendere in carico le persone e di comunicare la presa in carico all’Inps. Anche se da ambienti di governo si rassicura spiegando che in ogni caso appena possibile, se non in agosto, saranno erogati anche eventuali arretrati. Ma le opposizioni non ci stanno e restano sulle barricate.
In Puglia, a Lecce i percettori del Rdc che si sono visti recapitare il sms di stop del beneficio (la modalità con cui l’Inps ha avvisato i cittadini, ndr) sono 2.900, a Bari 2.500. Le aree più colpite: la provincia di Napoli, con 21.500, quella di Roma con oltre 12mila e quella di Palermo con 11.500. E’ proprio la Sicilia la regione d’Italia con il maggior numero di percettori che non beneficeranno più del reddito, 37.600, seguita dalla Campania con 36.700.
Si temono tensioni, stamani Potere al popolo organizza un presidio davanti alla sede Inps di via De Gasperi, a Napoli. “Tra qualche ora tante famiglie saranno più ricattabili perché si ritroveranno senza alcuna fonte di reddito”, dicono, anche se il direttore di quell’ufficio (per utenza il secondo d’Italia), Roberto Bafundi, ha già assicurato che “nessuno sarà lasciato solo” ed ha indicato il percorso da seguire: occorre fare riferimento ai servizi sociali in caso di disagio (ad esempio tossicodipendenza, emergenza abitativa) o rivolgersi ai centri per l’impiego in caso di abilità al lavoro, per essere avviati a un corso di formazione. E tuttavia, nonostante le rassicurazioni, i centri Inps di Napoli e della Campania saranno monitorati dalle forze dell’ordine per scongiurare sul nascere qualunque incidente. Ed anche il Comune di Napoli ha predisposto un piano di intensificazione dei controlli all’esterno delle 22 sedi degli uffici dei servizi
sociali, dove si pensa si recheranno in massa i cittadini e dove gli operatori sono pochi.
Uno dei problemi, come ha evidenziato Gilda Panico, presidente degli assistenti sociali della Campania, che ha già scritto al governatore De Luca e ai prefetti perchè siano scongiurate “azioni di aggressione”, è che “non sono state
individuate delle adeguate linee guida”. Lo dicono anche i sindaci.
La tabella con i dati dell’Inps sulle prime dieci province ordinate in base al maggior numero di sospensioni:
NAPOLI 21.507
ROMA 12.225
PALERMO 11.573
CATANIA 8.974
CASERTA 7.635
COSENZA 5.234
SALERNO 4.806
TORINO 4.615
REGGIO CALABRIA 3.714
MILANO 3.278
Stefania Losito