Ha sfidato la sorte, lo zar e il suo governo, e dopo due mesi la sua parabola è giunta all’epilogo, il peggiore. Esattamente due mesi dopo la ‘marcia della giustizia’ su Mosca, il capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, ex
galeotto diventato miliardario, eroe della Russia per le battaglie in Ucraina e poi ribellatosi al potere di Vladimir
Putin, è morto sul jet privato che si è schiantato tra Mosca e San Pietroburgo. “Abbattuto dalla contraerea russa”, secondo quanto afferma il canale Telegram vicino alla Wagner Grey Zone.
“Il capo del gruppo Wagner, eroe della Russia e vero patriota, Yevgeny Viktorovich Prigozhin, è morto a causa delle
azioni dei traditori della Russia. Ma anche all’Inferno sarà il migliore! Gloria alla Russia!”, si legge su Grey Zone. Con lui
ha perso la vita il comandante militare della Wagner, Dmitry Utkin, ha confermato Rosaviatsia, l’Agenzia federale russa per il trasporto aereo.
Dagli Usa Joe Biden ha puntato immediatamente il dito contro il Cremlino: “Non sono sorpreso – ha detto il presidente americano – non c’è molto di quello che accade in Russia in cui Putin non sia dietro. Ma non so molto al riguardo”. Nessun dubbio nemmeno da parte di Kiev: “E’ ovvio che Putin non perdona nessuno”, ha scritto su X il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak. Per poi aggiungere che “l’eliminazione dimostrativa di Prigozhin e del comando Wagner due mesi dopo il tentativo di golpe è un segnale di Putin alle élite russe in vista delle elezioni del 2024. Attenzione! La slealtà equivale alla morte”.
I servizi d’emergenza hanno riferito che a bordo dell’aereo che si è schiantato – un Embraer Legacy 600 – c’erano 10
persone, 7 passeggeri e 3 membri dell’equipaggio. Nessuno sarebbe sopravvissuto. In un secondo momento gli stessi servizi d’emergenza, citati dall’agenzia Ria Novosti, hanno fatto sapere che erano stati recuperati solo 8 corpi senza vita. La notizia aveva alimentato i dubbi, accompagnandosi all’annuncio di Grey Zone che un altro aereo dello stesso Prigozhin era in volo sulla regione in quei momenti, ed era poi atterrato in un aeroporto vicino a Mosca senza riportare danni. Non si poteva dunque escludere l’ipotesi che il capo della Wagner fosse su questo secondo velivolo. Poi però è arrivata la conferma della morte. L’aereo su cui si trovava effettivamente Prigozhin, scomparso dai radar alle 18.20 ora locale (le 17.20 in Italia), è precipitato nella regione di Tver, vicino al villaggio di Kuzhenkino.
Grey Zone ha diffuso un video in cui si vede il jet precipitare verticalmente mentre dalla carlinga si sprigiona un denso fumo. Nel cielo blu si nota un altro sbuffo di fumo bianco, che secondo la stessa fonte sarebbe stato prodotto dall’impatto di uno o più proiettili della contraerea contro il velivolo. “Prima che l’aereo si schiantasse, i residenti locali
hanno sentito due raffiche di caratteristiche difese aeree, e ciò è confermato dalle scie di condensazione nel cielo in uno dei video, così come dalle parole di testimoni oculari diretti”, scrive Grey Zone.
Le ultime immagini di Prigozhin risalgono a due giorni fa, quando sempre Grey Zone aveva diffuso un video in cui il capo della Wagner affermava di essere in Africa, dove i suoi miliziani stavano “conducendo attività di ricognizione e ricerca per rendere la Russia ancora più grande in ogni continente”. Prigozhin aveva aggiunto che il Gruppo Wagner stava continuando a “svolgere i compiti assegnati”.
Stefania Losito