L’esercito israeliano prevede che Gaza City sarà completamente circondata entro 48 ore e inizieranno i combattimenti all’interno della città, non si esclude un’azione all’ospedale di Shifa. L’obiettivo dell’operazione – ha spiegato l’esercito – sarà quello di raggiungere i miliziani operativi che sono stati spinti dentro la città e di distruggere i tunnel e le istituzioni governative militari e civili di Hamas. Intanto le sirene d’allarme suonano a Tel Aviv, intercettati missili da Gaza. Bufera su un ministro israeliano che evoca l’atomica, Netanyahu lo sospende. La guerra in Medio Oriente registra le prime vittime civili in Libano. Quattro familiari di un giornalista – la madre e le tre figlie di 9, 10 e 14 anni – sono rimasti uccisi in un raid israeliano nel Libano meridionale. Hamas fa sapere che è salito a 9.770 il bilancio delle vittime a Gaza dall’inizio, un mese fa, della guerra.
Emily Hand, una bambina di 8 anni del kibbutz Beeri, che si riteneva fosse stata uccisa nell’assalto di Hamas al kibbutz Beeri del 7 ottobre, è invece viva e tenuta in ostaggio a Gaza. La famiglia è stata informata dalle autorità israeliane cinque giorni fa. Emily ha anche la cittadinanza irlandese.
E’ stato identificato il corpo di una ragazza di 16 anni che risultava dispersa dal 7 ottobre. Lo riferisce Haaretz. Ruth Peretz era con il padre al rave party di Reim. Soffriva di distrofia muscolare e paralisi cerebrale ed era stata dichiarata scomparsa dopo l’attacco dei terroristi. Il corpo del padre, Arik Peretz, era stato ritrovato circa 10 giorni dopo il massacro.
Michela Lopez