Filippo Turetta, il 22enne accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, è stato fermato questa mattina in Germania. A quanto si apprende, è stato bloccato in auto sull’autostrada A9, all’altezza della cittadina di Bud Durremberg, vicino Lipsia. La sua auto era ferma su una corsia d’emergenza, senza benzina e con le luci spente. Il ragazzo, al momento del controllo stradale dopo le segnalazioni di alcuni automobilisti, sarebbe apparso rassegnato e stanco e si sarebbe “lasciato arrestare senza opporre resistenza”. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si è detto fiducioso che in 48 ore il ragazzo possa tornare in Italia per essere processato.
Domani, intanto, potrebbe essere eseguita l’autopsia sul corpo di Giulia per chiarire le cause del decesso e l’arco temporale del crimine. La ragazza, secondo gli inquirenti, era già morta quando è stata lanciata nella scarpata della Val Caltea, a Barcis. Gli investigatori si basano su quanto riferito loro dal medico legale Antonello Cirnelli, che ha svolto l’ispezione esterna della salma per conto della Procura di Pordenone. Giulia, a quanto si apprende, è stata colpita da svariate, e molto profonde, coltellate alla testa e al collo, inferte con grande violenza. Appare quindi impossibile che fosse ancora viva quando il corpo è stato scaricato in un canalone, a centinaia di chilometri dal luogo dell’aggressione. Il cadavere, nonostante quasi una settimana nel bosco, era integro.
Secondo gli inquirenti, Filippo avrebbe utilizzato banconote con macchie di sangue per fare benzina in un distributore automatico durante la fuga, fermandosi domenica scorsa in un distributore automatico a Cortina. Le telecamere, a quanto si apprende, hanno inquadrato l’auto e il ragazzo che introduceva il denaro nello sportello. Qualche giorno dopo il proprietario avrebbe aperto l’impianto e tra le banconote ne avrebbe trovata una da 20 euro con macchie di sangue. Analizzando la cronologia del computer del ragazzo, sarebbero emerse ricerche su kit per la sopravvivenza in alta quota. Intanto, tra i reperti raccolti nella zona industriale di Fossò, in provincia di Venezia, dove Filippo sabato scorso avrebbe ucciso l’ex fidanzata la notte dell’11 novembre, c’è anche un coltello spezzato. Secondo gli inquirenti, potrebbe anche non essere quello usato dal 22enne per colpire la ragazza.
Sui social, intanto, il papà di Giulia, Gino Cecchettin, ha dedicato un post alla figlia. “Amore, mi manchi già tantissimo”, si legge, “Abbraccia la mamma e dalle un bacio da parte mia”. Il post prosegue con una citazione: “L’amore vero non umilia, non delude, non calpesta, non tradisce e non ferisce il cuore. L’amore vero non urla, non picchia, non uccide”. A Vigonovo, davanti all’abitazione della famiglia Cecchettin, sono stati depositati tantissimi fiori e tanti messaggi, tra cui spicca un “Giulia riposa in pace tra le braccia della tua mamma, sei la figlia di tutti noi. Un abbraccio a tuo papà”.
Ha però suscitato polemiche un post su X del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. “Se colpevole nessuno sconto di pena e carcere a vita”, ha scritto sul proprio profilo il vicepremier. Parole che non sono piaciute a Elena Cecchettin, sorella di Giulia. “Ministro dei Trasporti che dubita della colpevolezza di Turetta perché bianco, perché ‘di buona famiglia’. Anche questa è violenza di Stato”, ha scritto in una storia su Instagram.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha invece annunciato l’istituzione di alcune borse di studio intitolate a Giulia Cecchettin. “Ho deciso di dedicare a Giulia una serie di borse di studio agli studenti stranieri che vengono a studiare in Italia e sognano quello che sognava lei”, ha dichiarato il titolare della Farnesina durante un meeting di Forza Italia a Taormina. Tajani ha anche chiesto alla platea che lo ascoltava di rimanere in piedi. Sempre durante il meeting di Taormina, la ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, ha annunciato che “Giulia riceverà la sua laurea in ingegneria”. Il movimento ‘Non una di Meno’ ha invece annunciato un corteo “contro la violenza patriarcale” per il 25 novembre per le strade di Roma e Messina. Partenza prevista dal Circo Massimo nella capitale e da Largo Seggiola nella città siciliana.
Vincenzo Murgolo