Tuta da ginnastica, giubbotto blu e barba incolta. Silenzioso, rassegnato e dimesso. Così è apparso Filippo Turetta sul Falcon che lo ha portato a Venezia, scortato dagli uomini del servizio Scip che hanno curato il trasporto del giovane. L’aereo militare con a bordo il giovane accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin, è atterrato poco fa a proveniente da Francoforte. Il giovane viene portato negli uffici della polizia di frontiera, per la notifica dell’ordinanza cautelare, poi, scortato dai Carabinieri, al carcere di Verona, dove sarà in isolamento e sorvegliato 24 ore su 24, com’è stato finora nel carcere di Halle dov’era temporaneamente rinchiuso dopo la fuga e l’arresto nei pressi di Lipsia. Lunedi probabilmente l’interrogatorio di garanzia.
Filippo Turetta “è un uomo senza empatia”, che ha “lucidamente eliminato la sua ex”, Giulia Cecchettin, “per punirla da quello che lui ha considerato un atto di insubordinazione subito, poiché, ormai, la nostra Giulia non rispondeva più alle sue aspettative”. Per questo l’avvocato Nicodemo Gentile, legale di Elena, sorella della 22enne, spiega che “lavoreremo affinché la Procura prima e i Giudici poi riconoscano a carico del Turetta l’aggravante del ‘motivo abietto'”.
Un’altra aggravante assieme a quelle della premeditazione e della crudeltà che potrebbero essere contestate a Turetta. “Nessuna gelosia ma solo spirito punitivo”, chiarisce il legale Gentile, anche presidente dell’associazione Penelope che si occupa di persone scomparse. “Turpe è la causale dell’omicidio e spregevole è tutta la condotta complessiva – aggiunge l’avvocato anche in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne – la laurea di Giulia ha costituito il punto di rottura, di non ritorno. Infatti, questo traguardo della ragazza avrebbe reso Filippo sempre più piccolo e comportato il definitivo distacco della giovane, pronta a voltare pagina anche nel mondo delle sue relazioni”.
“Le donne – si legge nel comunicato del legale – devono smettere di fare ‘le curatrici’ di uomini affetti da analfabetismo emotivo, devono pensare a loro e alle prime avvisaglie di comportamenti abnormi e morbosi da parte del partner, uscire in modo definitivo da dinamiche di controllo militare, comportamenti intrusivi e molesti anche quando non si
usano le mani”.
“Il sacrificio della nostra Giulia – conclude Gentile – non può essere sprecato ma deve servire a creare nuove consapevolezze tra i giovani, nelle famiglie, nelle scuole e magari salvare altre donne dagli attacchi e dai ricatti dei manipolatori affettivi”. La famiglia di Giulia è rappresentata anche dal legale Stefano Tigani, sempre dell’associazione
Penelope.
Intanto, nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, arriva il messaggio del padre di Giulia, Gino Cecchettin, sui social: “Parlate, denunciate, fidatevi!”. L’appello su Instagram è corredato dall’immagine di un fiocco rosso.
GLI ALTRI CASI DI VIOLENZA – “Ti faccio fare la fine di quella là”, con evidente riferimento a Giulia Cecchettin. Sono le parole di minaccia di un diciottenne di Aosta, pronunciate contro la ex fidanzatina ancora minorenne. Nei suoi confronti è stato firmato un ordine di custodia cautelare. La denuncia è arrivata dai genitori della ragazza, una studentessa, che si sono rivolti ai carabinieri. Dopo minacce e violenze la ragazzina aveva lasciato il diciottenne, che però avrebbe cominciato a mandarle messaggi minatori, a pedinarla davanti a scuola, ad appostarsi alla fermata dell’autobus e ,infine, a minacciarla con il riferimento a Giulia.
A Portogruaro, proprio nella stessa provincia della cittadina di cui era originaria Giulia, Vigonovo, ieri sera, un uomo ha colpito la moglie con un pugno, tentando di accoltellarla, mentre guardavano in tv un servizio sul femminicidio della 22enne. Lui avrebbe fatto un commento denigratorio riferito a Giulia e a “chissà cos’aveva combinato”, a cui la donna avrebbe replicato con forza. Al marito non sarebbe andata giù la replica e avrebbe perciò picchiato la moglie. Alla scena ha assistito il figlio che ha chiamato i carabinieri dal cellulare della madre. L’uomo, fermato, avrebbe precedenti per violenza domestica.
Stefania Losito