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Andria ha fatto rumore per Enza, in centinaia alla fiaccolata. Oggi l’udienza di convalida del fermo del marito reo confesso

Piazza Catuma ha fatto rumore. Andria, nella sesta provincia pugliese, si è accesa di fiaccole, centinaia, tutte dedicate a Enza Angrisano, 42 anni, uccisa a coltellate dal marito Luigi Leonetti, 51 anni, reo confesso. I due figli di 6 e 11 anni della coppia erano in casa, l’altro pomeriggio, quando al culmine dell’ennesima lite tra i due, il papà ha colpito con almeno tre fendenti la loro mamma, al torace e all’addome. Oggi l’udienza di convalida del fermo, Leonetti è accusato di omicidio volontario aggravato dalla relazione coniugale. Era geloso, ha spiegato nelle prime dichiarazioni. Lui stesso aveva chiamato il 118, tra le urla spaventate dei bambini, che, assicura, non hanno assistito alla scena ma erano in casa. Il 51enne, che si trova nel carcere di Lucera (Foggia), dovrebbe rispondere alle domande della Gip confermando la confessione del delitto resa agli inquirenti. L’udienza si terrà nella struttura penitenziaria di Trani.

Ieri la piazza ha rotto il doloroso silenzio battendo le mani e usando fischietti. Una piazza che ha voluto far rumore contro la violenza sulle donne, così come chiesto da Elena Cecchettin, sorella di Giulia uccisa da Filippo Turetta lo scorso 12 novembre. Il cuore della città di Andria, piazza Catuma, era ricolmo di persone.
I nomi delle donne vittime di omicidi compiuti da compagni, marito, ex o fidanzati sono stati scritti su della carta che è
stata srotolata per la piazza e su cui chiunque ha potuto scrivere qualcosa. Come ha fatto la sindaca, Giovanna Bruno.
“Enza siamo noi, ciascuno di noi, siamo tutta la tua città, la tua casa. Questa è una piazza di speranza”, le sue parole.
“La ricorderò sempre era una persona speciale, era solarità, amava la gente”, dice una amica della 42enne fra le lacrime.
“Deve avere giustizia perché non meritava di fare questa fine. Chi ha sbagliato deve pagare”, aggiunge una collega dicendosi “stanca di questa violenza. Diciamo che qualcosa deve cambiare e poi nulla cambia”. È stata lei a scrivere con un pennarello blu “Ci mancherai, ti vogliamo bene”.

Stefania Losito

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