“Un tradimento dell’umanità”. Con queste parole il capo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha), Martin Griffiths, ha definito la guerra tra Israele e Hamas a Gaza. Secondo il funzionario, nonostante “l’indignazione globale”, “è stato fatto così poco per porvi fine, lasciando spazio a una così grande impunità”. In una dichiarazione alla vigilia dei sei mesi del conflitto, Griffiths ha chiesto “determinazione collettiva affinché si facciano i conti con questo tradimento dell’umanità”.
Intanto Yair Lapid, leader dell’opposizione israeliana, partirà stasera alla volta di Washington, dove incontrerà il consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, e il segretario di Stato americano, Antony Blinken. Ad annunciarlo è stato l’ufficio dello stesso Lapid, citato dal giornale israeliano ‘Jerusalem Post’. Durante la sua visita il leader dell’opposizione israeliana incontrerà alti funzionari dell’amministrazione americana alla Casa Bianca e al Dipartimento di Stato, ma anche senatori democratici e repubblicani, tra cui il presidente della commissione per le Relazioni estere del Senato, Ben Cardin, e il leader della maggioranza democratica, Curck Schumer.
Domani una delegazione della fazione di Hamas guidata da Khalil Al-Hayya andrà al Cairo. Il movimento intende restare sulle sue posizioni del 14 marzo riguardo un possibile accordo per una tregua a Gaza. Le posizioni per un accordo sono “un cessate il fuoco permanente, il ritiro dell’esercito da Gaza, il ritorno degli sfollati, la libertà di movimento e un serio accordo di scambio di prigionieri”. Nella capitale egiziana sono in corso tentativi per riprendere i negoziati.
Vincenzo Murgolo