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Voto di scambio nel Barese, 9 consiglieri comunali di maggioranza si dimettono. Il vicesindaco chiede la revoca dei domiciliari

Hanno respinto ogni accusa, spiegando i fatti a loro contestati e chiedendo la revoca degli arresti domiciliari l’ex assessore e vicesindaco di Triggiano (Bari), Vito Perrelli, e i figli Piergiorgio Andrea e Alberto Leo, arrestati giovedì scorso perché – secondo l’accusa – avrebbero fatto parte dell’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Un’associazione che sarebbe stata promossa e diretta, secondo la procura di Bari, dal fondatore di ‘Sud al Centro’ Alessandro Cataldo, che è stato arrestato. Cataldo è il marito dell’ex assessora ai Trasporti della Regione
Puglia, Anita Maurodinoia, indagata per corruzione elettorale.
A Perrelli e ai suoi figli è contestato l’aver contribuito al presunto inquinamento di voti in occasioni delle amministrative
di Triggiano del 2021, che portarono alla rielezione a sindaco di Antonio Donatelli, anch’egli ai domiciliari. Lunedì, al
termine del proprio interrogatorio di garanzia, Donatelli ha annunciato le proprie dimissioni irrevocabili dalla carica,
dalla quale era già stato sospeso (dalla Prefettura) venerdì scorso.
I tre indagati, assistiti dagli avvocati Carmelo Stefanelli, Giuseppe Massari e Pasquale Spacciante, hanno risposto a tutte
le domande e gli interrogatori che sono iniziati alle 11 per terminare verso le 17.30. Nell’inchiesta della procura di Bari
sono indagate oltre 70 persone, ma solo per 10 (tra cui lo stesso Cataldo) è stata disposta la misura cautelare.

E hanno rassegnato le dimissioni i 9 consiglieri comunali di maggioranza di Triggiano, nel Barese, Angela Napoletano e Antonio Fortunato, della lista Triggiano al Centro, Vincenzo Rubino e Francesca Lippolis, della lista Triggiano Vince!, Isidoro Milillo (Per Triggiano), Francesco Saverio Triggiani (RESET), Vitogiuseppe Lagioia (Ambiente Sociale), Adalisa Lucinio (Con Donatelli Sindaco) e Rita Ferrara (Noi popolari). Condividono con il primo cittadino il ‘passo indietro per rispetto della Comunità'”.
E’ quanto formalizzato – ieri sera alle 20 – dai consiglieri di maggioranza della giunta di Donatelli al segretario generale del Comune, Giambattista Rubino. Il primo cittadino si era dimesso, poiché finito ai domiciliari, in seguito all’inchiesta per corruzione elettorale della procura di Bari. Secondo le indagini, la sua rielezione a sindaco nel 2021 sarebbe avvenuta grazie a un giro di compravendita di voti. Tra gli oltre 70 indagati, figurano anche i consiglieri Napoletano e Fortunato.
Secondo l’accusa le persone coinvolte avrebbero, in concorso tra loro, condizionato e turbato il voto elettorale anche in occasione delle amministrative a Triggiano, del 3 e 4 ottobre 2021, offrendo la somma di 50 euro a voto e altre utilita’, tra cui la possibilita’ di ottenere un posto di lavoro. Il “passo indietro” dei consiglieri che si sono dimessi segna “la completa e totale solidarieta’ ad Antonio Donatelli, confidando nel lavoro della magistratura, perche’ al piu’ presto sia fatta chiarezza – scrivono – allontanando ogni sospetto e ogni perplessita’ sulla genuinita’ del voto popolare che nel 2021 ha premiato la coalizione capeggiata dal sindaco Donatelli e sulla trasparenza dell’azione amministrativa e quindi sull’operato complessivo del sindaco, della giunta e dell’interno consiglio comunale”. E concludono: in questo momento e’ decisivo “il buon nome e l’onore della nostra cittadina”. “Rimane il rammarico”, concludono i consiglieri dimissionari, “di non portare a compimento il mandato elettorale”.

Stefania Losito

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