Sette giorni. Tanto è trascorso dalla tragedia dei tre ragazzi travolti dalla piena del fiume Natisone, nei pressi di Premariacco (Udine). Si cerca ancora il corpo di Cristian Molnar, il 25enne romeno morto assieme alle amiche
Patrizia e Bianca, i cui corpi sono stati ritrovati nei giorni scorsi. Anche stamattina sono riprese le perlustrazioni. Il corso
d’acqua ha perso la torbidità causata dal fango trascinato a valle e questo fa ben sperare per le ricerche da parte dei
sommozzatori, che proseguiranno a scandagliare alcuni anfratti.
Gli esperti del luogo hanno ricordato che in passato, un uomo – disperso mentre praticava attività sportive subacquee – venne ritrovato solo dopo due anni. Il sindaco di Premariacco, Michele De Sabata, in costante contatto con la macchina dei soccorsi, ha spiegato che “fino a domenica il numero di persone resterà il medesimo”. Nel caso in cui, però, entro quella data non sarà trovato il corpo, “da lunedì le ricerche saranno per forza di cose concentrate in ambiti specifici e, dunque, non ci sarà l’attuale mobilitazione. Ciò non significa – ha puntualizzato il sindaco – che non si proseguirà fino a che non sarà restituito Cristian alla propria famiglia”. Ieri i familiari hanno diffuso una nota attraverso il loro legale, avvocato Gaetano Laghi, per ribadire che “non disperano ancora di trovare vivo il giovane” ed “esprimono piena fiducia nell’inchiesta aperta dalla Procura di Udine, convinti che si accerteranno le eventuali responsabilità nel ritardo dei
soccorsi prestati ai tre ragazzi”. Il fratello di Cristian, Petru Radu, è lì, tra i soccorritori, a seguire senza sosta le ricerche. Ha chiesto che non vengano pubblicate foto sue o dei suoi familiari, chiede che siano rispettate l’ansia e l’angoscia che “tutta la famiglia Molnar prova in questi terribili momenti e si unisce al dolore delle famiglie Cormos e Doros”.
De Sabata ha lanciato la proposta di realizzare una statua che raffiguri l’abbraccio tra Patrizia, Bianca e Cristian, quello ripreso da vari video di passanti poi circolati sulla rete. Lo scopo dell’opera artistica – che si vorrebbe commissionare a un noto scultore friulano – è duplice: da un lato ricordare le vittime nel loro straordinario slancio altruistico; dall’altro
fungere da monito per quanti passeranno sulla spiaggia lungo il Natisone per indicare i rischi dei torrenti e delle loro piene improvvise. La proposta ha subito raccolto numerosi consensi da parte dei concittadini, molto colpiti per la tragedia.
Tra i tanti video girati da cittadini e circolati, ce n’è uno che testimonia come anche due operai di passaggio siano immediatamente scesi dal ponte Romano – quello su cui altri passanti hanno realizzato i video – e si siano prodigati
per cercare di portare in salvo i tre ragazzi travolti dalla piena del fiume Natisone.
La fotografia – pubblicata da Gazzettino e Messaggero – li immortala nel bosco accanto al torrente. Secondo quanto si è appreso, i due operai sono riusciti a parlare con i tre ragazzi, cercando di rassicurarli sull’arrivo dei soccorsi. In un primo momento, anche per valutare la praticabilità del percorso, Cristian ha anche provato a raggiungerli, ma ha desistito per la velocità della corrente, tornando da Patrizia e Bianca.
I due operai sono già stati sentiti dai carabinieri della locale stazione e le loro testimonianze sono a disposizione
della Procura della Repubblica.
Era già comparso anche un altro video, ieri: il tentativo disperato di un vigile del fuoco che, nonostante la piena, si lancia in acqua e tenta di raggiungere i tre ragazzi, abbracciati. Il video è toccante: il vigile del fuoco, addestrato per questo tipo di interventi, assicurato a una corda alla cui estremità ci sono i suoi compagni, si lancia da monte rispetto ai ragazzi, nella direzione del flusso del fiume e comincia a nuotare. Dovrebbe essere semplice teoricamente, invece, la corrente lo spinge verso riva o comunque lontano rispetto allo scoglio sul quale i tre ragazzi attendevano qualcuno che andasse a salvarli. L’eroico e atletico giovane dopo alcune bracciate è costretto a fermarsi, a tornare a riva. Riproverà una volta e una volta ancora ma vanamente: Patrizia, Bianca e Cristian sono irraggiungibili via fiume.
Mentre continuano le indagini in Procura a Udine, di cui non si apprendono indiscrezioni, è nuovamente intervenuto anche il presidente della Regione Fvg, Massimiliano Fedriga: i protocolli sui soccorsi “sono nazionali, è giusto che la parte tecnica faccia le valutazioni per capire se è stato fatto il massimo rispetto ai protocolli esistenti – ha detto – Ma rifuggo dalle polemiche su questo tema, mi sembrerebbe una speculazione assolutamente fuori luogo rispetto alla tragedia che è avvenuta”.
Stefania Losito