Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, firma la precettazione a 4 ore per lo sciopero generale del 29 novembre. Lo annuncia il Mit per lo stop dei lavoratori previsto venerdì prossimo, dopo un incontro con i sindacati.
“Per evitare agli italiani l’ennesimo venerdì di caos – ha spiegato Salvini, in un video, dopo la firma del provvedimento – ho deciso di intervenire direttamente riducendo a 4 ore lo sciopero indetto da alcuni sindacati per venerdì. Landini dice che sto limitando il diritto di sciopero? In due anni e poco più di governo 949 scioperi effettuati in Italia. Quindi diritto allo sciopero sì ma anche diritto al lavoro per la stragrande maggioranza degli italiani. E’ l’impegno che mi sono preso”, ha concluso il ministro. Salvini pensi a rimuovere le cause, non a dare i numeri, tuona la Cgil. “Dalle nostre rilevazioni, nel tpl, dove operano nel territorio nazionale circa mille aziende tra pubbliche e private, negli ultimi 24 mesi – spiega la segretaria nazionale della Cgil, Maria Grazia Gabrielli – la media mensile è stata di 17 scioperi. Nei 19 mesi del governo Gentiloni, dal 2016 al 2018, la media mensile degli scioperi è stata pari a 22. Mentre, durante il governo Renzi, in 34 mesi, la media mensile è stata di 18 scioperi”.
Poco prima che la notizia fosse ufficiale, le sigle avevano già annunciato l’impugnazione del provvedimento ministeriale. “Noi rispettiamo le regole: se ci sarà una precettazione, la impugneremo e, quindi, ci rivolgeremo alla magistratura”, aveva già detto il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. “Attenderemo gli atti, li valuteremo e poi la necessità sarà quella ovviamente di impugnarli e di procedere nella direzione che già purtroppo abbiamo avuto modo di riscontrare in precedenti scioperi generali”. Così anche la segretaria nazionale della Cgil, Maria Grazia Gabrielli, parlando con i giornalisti al termine della riunione al Mit in cui il ministro Matteo Salvini ha annunciato la precettazione in vista dello sciopero di venerdì. “Se faremo ricorso al Tar? – ha proseguito – Valuteremo in virtù di come sarà argomentata” la precettazione, “chiaramente” ci sarà “un ricorso al Tar, ma non escludiamo neanche di approfondire tutte le vie necessarie alla tutela in primis dello sciopero generale e dei lavoratori a cui viene leso questo diritto”. – “Prendiamo atto – ha proseguito Gabrielli – che in questo tentativo di conciliazione per il quale siamo stati convocati, il ministro non era interessato a conoscere le ragioni tecniche e normative e le motivazioni del perché abbiamo ritenuto di confermare lo sciopero generale nei tempi e nelle modalità che con cui lo abbiamo proclamato”. Sempre a detta della segretaria della Cgil “quindi difatti il ministro ha confermato la sua volontà di aderire alla segnalazione fatta dalla Commissione di garanzia”, ma “senza dare elementi di come in realtà si sia arrivati a poter dire che siamo di fronte a una violazione e a un grave pregiudizio di questa natura”. “Si potevano trovare altre modalità di confronto – ha concluso – evidentemente però non si ha interesse a trovarle”. Antonio Amoroso, segretario nazionale della Confederazione unitaria di base spiega “che il sindacato subisce la riduzione oraria obtorto collo solo per non danneggiare i lavoratori” ma ritiene “la decisione del Governo un golpe sindacale”.
Lo sciopero generale di venerdì sarà, rimarcano i sindacati, nel rispetto delle norme, a partire dalle fasce di garanzia. Lo stop riguarda quindi tutti i settori (esclusi i treni), privati e pubblici: dai metalmeccanici al commercio, dalla scuola alla
sanità, dalla giustizia alle poste. Cgil e Uil scenderanno in piazza per chiedere di cambiare la legge di Bilancio considerata “inadeguata” e di aumentare salari e pensioni, finanziare sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali.
Stefania Losito