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Le indagini Doxa per Lenovo e Telefono azzurro nel giorno del Safe Internet Day 2025
In Italia, quasi un giovane su due tra i 18 e i 28 anni dichiara di percepire una disconnessione tra la vita reale e quella online, sentendosi solo, frustrato e ansioso. Lo dice una recente ricerca di Lenovo, che ha lanciato la campagna “Meet Your Digital Self”, parte del progetto Work For Humankind, per promuovere l’uso consapevole della tecnologia e supportare la salute mentale dei giovani. L’iniziativa arriva nella giornata del Safer Internet Day 2025, istituita nel 2004 dall’Unione europea per sensibilizzazione sui rischi che comporta l’uso di internet.
Secondo la ricerca affidata a Doxa, quasi otto su dieci italiani intervistati, parte della Generazione Z ossia nati tra il 1995 e il 2010, vorrebbe poter affrontare conversazioni delicate e profonde con la propria famiglia nella vita reale. Quasi la metà (49%) afferma che parlare con un esperto qualificato darebbe loro la fiducia necessaria per confrontarsi più apertamente con le persone che amano.
Per affrontare questa sfida, Lenovo ha usato l’IA per dar vita a due avatar: Chinatsu e Oscar, che hanno permesso ai giovani e alle loro famiglie di comunicare e confrontarsi su temi delicati in modo nuovo. Per l’occasione, Lenovo ha anche annunciato una collaborazione con Telefono Amico Italia, organizzazione no-profit per la salute mentale, per espandere e potenziare l’accesso al supporto per i giovani 7 giorni su 7. Nel 2024, Telefono Amico ha gestito oltre 12 mila richieste di aiuto provenienti da under 26, un dato in costante crescita negli ultimi 4 anni. Attualmente, i giovani rappresentano oltre il 30% dell’utenza del servizio di ascolto via e-mail e quasi il 40% dei contatti ricevuti via WhatsApp.
A proposito di IA, per i più giovani può diventare un problema quando utilizzata senza filtri, per produrre foto e video fasulli, ai danni proprio di minori e adolescenti. Secondo una ricerca di Telefono Azzurro e Bva-Doxa, la diffusione dei deepfake, foto e video generati artificialmente, è tra le prime preoccupazioni dei ragazzi italiani. Il 40% degli intervistati tra i 12 e i 18 anni teme infatti che i contenuti creati dall’IA, che li raffigurano in situazioni mai avvenute, possano distruggere relazioni sociali e reputazionali. Un pericolo maggiore deriva dal successo di alcuni modelli di intelligenza artificiale, come DeepSeek, che sembrano non avere le corrette misure di prevenzione sulla produzione indiscriminata di foto e video.
Dipendenza, impatto sull’autostima e pericoli psicologici sono dietro l’angolo. Dall’indagine di Telefono Azzurro emerge che per il 63% dei ragazzi i social possono generare vere emozioni. Tra queste, invidia (24%), sentimento di diversità (21%) e inadeguatezza (19%). Eppure, c’è una mancanza di consapevolezza sui potenziali effetti negativi, che evidenzia la necessità di programmi educativi mirati. Mai come ora serve collaborazione: “Bisogna rafforzare la governance delle piattaforme digitali per proteggere i diritti dei minori e promuovere una cooperazione internazionale che riduca le disuguaglianze” le parole di Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro.
Altro tema caldo riguarda l’età minima per usare certi servizi digitali. Il 76% dei ragazzi ritiene che la verifica dell’età
dovrebbe essere obbligatoria su tutte le piattaforme. “L’odio, la disinformazione, il cyberbullismo, il body shaming, la
diffamazione, l’insulto, sono forse rischi più insidiosi che, spesso, ci mettono in allarme solo quando è troppo tardi, quando c’è già un danno, anche inconsapevole” afferma Anna Vaccarelli, presidente di Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica. “Se abbiamo preso un virus sul computer, ce ne accorgiamo perché la macchina non funziona; se leggiamo commenti malevoli, magari passiamo oltre con una scrollata di spalle. Eppure, in questo caso, le conseguenze, sia per noi adulti che, soprattutto, per gli adolescenti, possono essere gravissime. La vita virtuale ha le stesse regole di quella reale”.
Stefania Losito