
La Commissione europea ha multato Google per 2,95 miliardi di euro per aver violato le norme antitrust comunitarie, distorcendo la concorrenza nel settore delle tecnologie pubblicitarie. A riferirlo è la stessa Commissione in una nota. A Google è stato ordinato di porre fine a pratiche di auto-preferenza e di attuare misure volte a eliminare i conflitti di interesse lungo la catena di fornitura delle tecnologie pubblicitarie. La Commissione aveva aperto l’indagine nel giugno del 2021 e due anni più tardi aveva inviato a Google una comunicazione degli addebiti, cui l’azienda aveva risposto nel dicembre 2023. Dall’indagine è emerso, in particolare, che Google detiene una posizione dominante nel mercato dei server di annunci per editori con il suo servizio “DoubleClick For Publishers” e nel mercato degli strumenti di acquisto di annunci programmatici per l’open web con i suoi servizi “Google Ads” e “DV360”. Secondo la Commissione, almeno tra il 2014 e oggi, Google ha abusato di tali posizioni dominanti, in violazione dell’articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, favorendo il proprio ad exchange AdX nel processo di selezione degli annunci gestito dal suo ad server dominante DFP, oltre che nel modo in cui i suoi strumenti di acquisto di annunci Google Ads e DV360 piazzano le offerte sugli ad exchange. L’Antitrust dell’Unione sostiene dunque che le condotte di Google mirassero intenzionalmente a conferire ad AdX un vantaggio competitivo, rafforzandone il ruolo nella catena di fornitura delle tecnologie pubblicitarie. La Commissione ha dunque ordinato a Google di porre fine a queste pratiche di auto-preferenza e di attuare misure per risolvere i suoi conflitti di interesse intrinseci lungo la catena di fornitura delle tecnologie pubblicitarie. Google ha ora 60 giorni di tempo per informare la Commissione circa le misure che intende proporre, misure che verranno poi valutate dall’Antitrust dell’Unione. Nel determinare l’importo della sanzione, la Commissione ha considerato elementi come la durata e la gravità dell’infrazione, oltre che il fatto che Google era già stata sanzionata in passato per abuso di posizione dominante.
Google, dal canto suo, ha annunciato ricorso nei confronti della sanzione. “La decisione della Commissione sui nostri servizi di tecnologia pubblicitaria è errata e faremo ricorso”, ha sottolineato in una nota la vicepresidente e Responsabile globale degli Affari Regolamentari dell’azienda, Lee-Anne Mulholland. “Si impone”, si legge ancora, “una sanzione ingiustificata e si richiedono modifiche che danneggeranno migliaia di aziende europee, rendendo più difficile per loro generare profitti”. “Non c’è nulla di anticoncorrenziale”, prosegue la nota, “nel fornire servizi ad acquirenti e venditori di pubblicità e ci sono più alternative ai nostri servizi che mai”.
Vincenzo Murgolo