“Le lesioni riscontrate sul corpo di Cucchi sono compatibili” con la dinamica del presunto pestaggio raccontata dal carabiniere di origini brindisine, Francesco Tedesco. Lo ha dichiarato in una intervista a Radionorba Notizie, Francesco Introna, docente dell’Istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari, componente del collegio dei periti nel processo Cucchi – Bis per accertare la natura, l’entità e l’effettiva portata delle lesioni patite da Stefano Cucchi, il geometra romano tossicodipendente morto pochi giorni dopo il suo arresto.
“Credo – ha detto Introna -di essere stato il primo ad aver ammesso che Cucchi fu picchiato. Dall’analisi delle lesività che noi abbiamo riscontrato ovviamente era chiaramente indicativa che il soggetto aveva subito delle lesioni traumatiche, in particolare aveva delle ecchimosi periorbitali bilateralmente, aveva una ecchimosi frontale ma soprattutto aveva una frattura piccola, ma ce l’aveva, a livello di una vertebra che in precedenza era stata già fratturata”. “Di conseguenza – continua Introna -noi dovevamo fare due piu’ due, riuscire a capire quali eventi potessero giustificare la presenza di queste lesioni, tenendo anche presente che Cucchi non morì immediatamente dopo le lesioni ma fu ricoverato, quindi avevamo tutto un tempo di evolutività di queste lesioni. Noi – spiega Introna – abbiamo concluso che sicuramente prese dei pugni o degli schiaffi sul volto a livello violento che giustificavano le ecchimosi al livello orbitale, avevamo detto che aveva avuto un trauma frontale, l’assenza di lesioni a livello delle mani, e vi ricordo che era un pugile, ci suggeriva che forse era stato trattenuto mentre veniva picchiato e la lesione della vertreba era una lesione tale da caduta, tant’è che avanzammo due ipotesi: o che era stato spinto ed era caduto da un tavolo, oppure era caduto lungo le scale, come lui aveva detto in tutte le sue deposizioni”
Maurizio Angelillo