Qualche anno fa nelstrade del quartiere Quartaccio, a Roma, si aggirava una ragazza guidata da sogni e libertà.Elodie ha sempre saputo in cuor suo di voler fare qualcosa di grande, ma non si azzardava a condividere sogni e aspirazioni con nessuno, perchè sapeva che i tuoiu segreti, i sogni, a volte diventano il punto debole dove qualcuno può colpirti.
Elodie ha sempre saputo che, prima o poi, da lì se ne sarebbe andata. Parlando al Corriere della Sera dice: “Oggi non mi sento tormentata e sono piuttosto lucida riguardo a quello che è stato. Considero il mio passato la mia fortuna: mi ha dato la possibilità di vedere la vita cruda fin dall’inizio e non l’ho subìta”.
Non c’è retorica nelle sue parole quando dice che: «I miei si sono separati quando avevo otto anni ma anche prima non erano molto felici, a casa non c’era una bella arietta. Mia mamma faceva la cubista, era una ragazza con problemi, mi ha avuta a 21 anni. Entrambi hanno sofferto molto ed erano onesti in questo, non hanno mai camuffato il loro malessere. Ma per me che ero una ragazzina e lì vedevo così erano dei folli. Le cose non mi scomponevano, ho avuto problemi complessi dentro casa, ma era come se li vedessi da fuori». I problemi dei suoi genitori, quando lei era solo una bambina, erano grandi e complessi. Racconta Elodie: «Tossicodipendenza. Io l’ho capito dopo un po’ ma non ho reagito arrabbiandomi, anche se poi ho avuto dentro di me tanta rabbia per parecchio tempo. Ho detto vabbè vi do una mano, cerco di capire come aiutare. Non mi va di addossare colpe a loro, ma sono stata anni a tentare di sistemare una cosa che non è sistemabile, non da una ragazzina.
Elodie ha una intelligenza enorme ma ancora oggi il fatto di non aver preso la maturità la fa sentire non a posto: “Rimpiango moltissimo il fatto di essere ignorante. Mi fa sentire a disagio, anche perché sono stata vigliacca: ho fatto il liceo fino al quinto anno, senza mai essere bocciata. Arrivata a maggio, mi sono ritirata. Non mi sentivo all’altezza di fare l’esame. Certo, allora mica l’ho detto così, ho fatto la coatta: mi ero inventata una storia del tipo che non avevo bisogno che qualcuno mi giudicasse, che mi dicesse se fossi pronta o meno. Ma avevo solo paura del fallimento, una cosa che mi ha accompagnata a lungo».
Gli insulti sui social non la scompongono più di tanto. Lei lo spiega così: “Ho già sentito tutti quelli possibili, pure con le mie amiche c’era una gara a chi era più scurrile. A un certo punto mi divertiva ma capivo che non volevo starci lì: i miei spasimanti mi spaventavano, vedevo queste ragazze fare figli… così me ne sono andata perché poi, se resti, rischi di non uscire più e io non volevo». A 19 anni si è trasferita a vivere in Salento, con un uomo. «Sono scappata di casa perché la situazione era veramente tosta e non sapevo più come gestirla. Mia sorella si era arrabbiata come bestia perché quando sono andata via ha scoperto tutto. Nei periodi negativi devi tenere botta e resistere, ricordare, con lucidità, che le cose possono cambiare. Ma io non avevo più voglia di difendermi».
La forza di Elodie è stata esemplare anche per sua sorella Fey. Le due sono molto unite. Di lei, Elodie spiega: «È lesbica ma non lo diceva. Lo sapevamo tutti ma lei non lo voleva dire e quando l’ha fatto si è messa a piangere… ma cosa piangi, le ho detto, ma fai come ti pare, basta che sei felice. Figurati se non ti chiamano frocio. Ma succede se ammetti qualunque cosa di tuo, di intimo: lo usano per attaccarti. Tutto così, una gara a chi umilia di più… ma se sei perso pure te, ma cosa vuoi da me».
Elodie non è mai riuscita a stare zitta e a far finta di niente davanti alle ingiustizie: «Non sto zitta, sono “impiccetta”. Odiavo i bulli ma ero scontrosa come un bullo. Avevano paura di me perché ero un po’ isterica, secca secca, nervosa. Avevano paura dei miei occhi, di cos’altro? Ai bulli devi far capire che sei forte, fargli sentire quel disagio che vogliono incutere loro stessi. L’umiliazione mi fa stare proprio male, la sento addosso a me. Alle medie c’era una professoressa di filosofia tutta particolare: non si faceva la tinta, aveva dei peli di gatto sui vestiti, gli occhiali storti ma il suo modo mi faceva volare. Quando mi confessava che qualcuno l’aveva fatta impazzire, anche in un’altra classe, io entravo tutta spavalda e chiedevo: “Chi ha trattato male la professoressa?”».
Il senso di protezione le appartiene e lo ha provato per tutti, amiche comprese: «Alcune si sono perse, un’altra è finita in carcere. In generale stanno bene però, ma vivono situazioni che potevano sistemare meglio… sono sempre subordinate a questi cavolo di mariti che diventano dei figli e si appoggiano. Una è stata tosta l’ha mandato a quel paese, sta crescendo da sola i suoi figli, lavora, non si compra un vestito… sono in tante così, con uomini che vogliono fare i pischelli per sempre. Quasi tutte a quelli gli fanno barba e capelli e non se ne rendono conto. Hai due figli che tiri su da sola, lavori, torni a casa e pulisci, sistemi tutti e riesci essere per bene: ma non ti rendi conto che hai due palle così?».
Angela Tangorra