Lucio Battisti, The Beach Boys, The Beatles, Chuck Berry, Jerry Lee Lewis, Gene Kelly, Fred Buscaglione, Lucio Dalla, Fabrizio De Andrè, Luca Carboni, Mina, Francesco De Gregori, Vasco Rossi, Jovanotti, Nini Rosso, Elvis Presley, Alberto Fortis, Joe Jackson, Oasis, Pink Floyd, Marilyn Monroe, Alberto Sordi, Queen, Paolo Conte, Radiohead, Supergrass, Bob Dylan, The Who, Blur, Nino Rota, Luciano Pavarotti, Alan Silvestri, Duran Duran, Louis Armsotrong, Charlie Chaplin, L. V. Beethowen, Frederic Chopin, Adriano Celentano, Nirvana e molti altri. Sono loro l’ispirazione di “Let them talk” il libro scritto da Cesare Cremonini che esce oggi per Mondadori.
Presentando il libro ai suoi followers sui social, Cesare ha scritto: “Ogni canzone è una storia. Non ho scritto una biografia, ho permesso alle canzoni di raccontare pezzi della mia vita che nel dialogo con il pubblico non sono mai esistiti. È un grande punto di arrivo per un cantante come me, un punto di svolta enorme; quello che ti permette di far coincidere le due cose, per non correre il rischio che.. prendano due strade separate per sempre e non si riesca più ad unirle. Dirlo, ve lo assicuro, è costato tutto il tempo che ci vuole per capirlo. Alla fine la vita spinge, giorno dopo, sempre più forte, chiede moltissimo. Lo chiedono le persone che ami. Lo chiede la voglia e il bisogno di altre esperienze. Sto facendo quello che sto facendo per tenere stretta la vita alla musica, perché alla fine, è questo il senso del libro: ho scelto lei. Tutto il resto ora può finalmente seguirla. Grazie a tutti!”.
Cremonini ha spiegato che la musica è sempre stato il suo calendario e ha spiegato che: “Da sempre, se qualcuno mi chiede, dov’eri quell’anno e cosa facevi in una certa data io non lo ricordo se non attraverso le canzoni che ascoltavo”.
L’uscita del libro è stata l’occasione per Cesare di raccontare se stesso e i suoi lati oscuri come il mostro che occupava la sua anima qualche tempo fa. In una intervista al Corriere della Sera Cesare ha detto che a uncerto punto della sua vita si è manifestata: “una patologia ossessiva. Una faglia nel Dna, una palla incandescente che ci passiamo di mano in mano: a qualcuno tocca, a qualcuno no. C’è una canzone, “Nessuno vuol essere Robin”, per la quale ho rischiato la vita. Come mi disse lo psichiatra: una pallottola mi ha sfiorato. Avevo la sensazione fisica di avere dentro di me una figura a me estranea. Quasi ogni giorno, sempre più spesso, sentivo un mostro premere contro il petto, salire alla gola. Mi pareva quasi di vederlo. E lo psichiatra me lo fece vedere”.
Cesare ha raccontato il processo di guarigione fatto di musica e camminate e ha detto: “Quando sento il mostro borbottare, mi rimetto in cammino. Su una collina, in montagna. Sono tornato dallo psichiatra alla fine del primo tour negli stadi. Mi ha chiesto se vedevo ancora i mostri. Gli ho risposto di no, ma che ogni tanto li sento chiacchierare. E lui: “Let them talk””, spiegando così il titolo del suo libro.
Angela Tangorra