Gli esperti chiedono maggiori monitoraggi e una migliore comunicazione
Il piano antixylella della Puglia ha bisogno di essere attuato in tutti i suoi aspetti per evitare che il batterio possa penetrare con decisione in provincia di Bari e danneggiare irrimediabilmente la piana degli ulivi monumentali. Nonostante i grossi sforzi della Regione, che ha previsto di passare al setaccio nel 2021 ben 240 km quadrati di territorio (ossia la fascia cuscinetto) e di analizzare in laboratorio 200mila piante, i ritardi nella fascia di contenimento, la scarsa comunicazione e le risorse mai sufficienti hanno solo rallentato ma non bloccato la diffusione dell’epidemia. A fare il punto, su richiesta del consigliere Fabiano Amati, è stata la commissione Agricoltura della Regione, alla quale oltre all’assessore Pentassuglia, hanno partecipato anche gli esperti della task force e i rappresentati delle associazioni di categoria e dell’associazione “No Xylella”. Due le direttrici lungo le quali muoversi: la prevenzione della diffusione e la gestione della situazione dove la xylella è già arrivata. Importante, oltre ad un monitoraggio con apparati tecnologici da remoto (come chiesto dal prof. Franco Nigro e all’intensificazione degli innesti, anche una azione tesa a responsabilizzare maggiormente gli stessi agricoltori ad eseguire le pratiche necessarie, anche per evitare la brutta prassi degli incendi degli alberi ormai rinsecchiti.
Secondo il professor Donato Boscia, responsabile del Labortatorio Cnr-Isps Bari e componente del Comitato tecnico scientifico: “Il punto critico non è tanto la necessità di ulteriori integrazioni ma ottimizzare la capacità di quanto previsto dal piano che, se tempestivamente attuato, porterebbe un effetto molto benefico. In particolare sarebbe necessario un team di specialisti per comunicare meglio le misure affinchè ci sia una buona collaborazione da parte degli agricoltori. L’insufficiente campagna di comunicazione e di persuasione risolverebeb anche il problema degli incendi diffusi soprattutto nelle campagne del Salento: se in quei terreni fossero stati rispettati gli obblighi previsti dal piano, ossia una lavorazione del terreno fatta entro il 10 maggio, quegli incendi non si sarebbero sviluppati”.
Rassicurazioni sulle azioni di monitoraggio nella zona della Piana degli ulivi sono giunte dal direttore del Dipartimento agricoltura Gianluca Nardone. Quanto alla possibilità di ricorrere agli innesti, Nardone ha evidenziato che la misura messa a bando non ha avuto molto successo e che sono stati erogati solo 500 mila euro su 5 milioni stanziati. Sarà quindi riproposto in maniera più appetibile, nonostante i 140 euro a pianta previsti.
Mauro Denigris