Una pioggia di proiettili, tredici per la precisione, sono stati esplosi contro Luigi Ermanno Bonaventura, 32 anni, commerciante d’auto e pregiudicato. Di quei colpi, undici sono andati a segno. L’episodio è accaduto ieri pomeriggio a San Severo, nel Foggiano. L’uomo è stato colpito dalle gambe fino al volto, ed era accovacciato su un gradino nelle vicinanze dei un autolavaggio in corso Leone Mucci.
Secondo gli investigatori, sono almeno due i sicari. Nell’agguato sono rimasti feriti di striscio un bambino di 12 anni che si trovava per strada e un dipendente dell’autolavaggio di 27 anni, entrambi feriti ad una gamba. I due stanno già meglio e sono stati dimessi. Nella notte i poliziotti hanno eseguito una decina di verifiche stub, l’esame che serve a rilevare la presenza di polvere da sparo, e una trentina di perquisizioni anche nelle abitazioni di persone considerate vicine alla malavita locale. Si fa sempre più concreta l’ipotesi che l’omicidio di Bonaventura sia una risposta a un altro omicidio, quello di Matteo Anastasio, pregiudicato ucciso la sera del 12 luglio scorso mentre erano in corso i festeggiamenti per la vittoria dell’Italia agli Europei di calcio. In questa circostanza rimase ferito gravemente dalle pallottole un bimbo di sei anni che si trovava sulla moto della vittima. Dunque, una sorta di “regolamento di conti”. L’altra pista sulla quale stanno lavorando gli agenti delle mobile, coordinati dagli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia di Bari, sarebbe legata a una guerra di mafia in atto nella cittadina foggiana. L’obiettivo: controllare la gestione dello spaccio di droga sul territorio.
“Un Ferragosto amaro per la nostra città”, ha commentato Francesco Miglio sindaco in un post su Facebook, che ha definito quanto accaduto “una scena da film sulle strade di San Severo. A poco più di un mese da un altro omicidio. Sorge il sospetto che qualche dinamica strana, pericolosa, vi sia in città”. Quello di ieri è il settimo agguato dall’inizio dell’anno. Poi, l’appello: “Lo Stato non deve abbandonarci, ma la gente perbene si attivi”.
Anna Piscopo