Luca Morisi, mantovano classe ’73, ideatore della campagna social della Lega e della cosiddetta “Bestia” (il gruppo dei social media manager di Salvini), è iscritto nel registro degli indagati per cessione di sostanza stupefacente. Lo fa sapere il procuratore della Repubblica di Verona, Angela Barbaglio. Morisi non è ancora stato sentito dal pubblico ministero e ancora non si sono avuti i risultati delle analisi della droga di cui si parla. “Mi risulta – prosegue Barbaglio – che il difensore dell’indagato abbia preso contatto con il pm titolare dell’indagine (Stefano Aresu ndr), immagino per parlare degli atti del procedimento”. Morisi si è dimesso dal suo ruolo il primo settembre scorso (ma se n’è avuta notizia tre settimane dopo), formalmente per “questioni familiari”, tanto che il leader del Carroccio aveva commentato di non ritenere corretto entrare nel merito di questioni private. “Non c’è alcun problema politico, in questo periodo ho solo la necessità di staccare per questioni familiari”, aveva spiegato laconico. La versione ufficiale vorrebbe che a metà agosto i carabinieri fermano tre ragazzi per un controllo normale. Li vedono nervosi e procedono alla perquisizione dell’auto, in cui trovano un flacone con del liquido. Per i militari si tratterebbe di droga liquida, che potrebbe essere Gbl (la cosiddetta droga dello stupro), o l’ecstasy liquida. Fatto sta che, alla domanda “chi ve l’ha venduta”, la risposta è stata “Luca Morisi di Belfiore”. Ed ecco la perquisizione a casa dello spin doctor di Salvini e il ritrovamento di stupefacenti nell’abitazione veronese, una cascina a Belfiore. I carabinieri però ritrovano un modesto quantitativo, compatibile con l’uso personale. La procura di Verona, diretta dalla procuratrice Angela Barbaglio, apre un fascicolo con l’ipotesi di reato prevista dall’articolo 73 del Testo unico sugli stupefacenti
(“Produzione, traffico, detenzione illecita di sostanze stupefacenti o psicotrope”) e iscrive Morisi nel registro degli indagati. L’inchiesta è assegnata al pm Stefano Aresu. Ma la natura del liquido è ancora da accertare: solo l’esame chimico può dire se è stupefacente.
Intanto Morisi scrive alla Lega scusandosi. “Non ho commesso alcun reato, ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo – si legge – chiedo innanzitutto scusa per la mia debolezza e i miei errori a Matteo Salvini e a tutta la comunità della Lega a cui ho dedicato gli ultimi anni del mio impegno lavorativo, a mio padre e ai miei famigliari, al mio amico di sempre Andrea Paganella a fianco del quale ho avviato la mia attività professionale, a tutte le persone che mi vogliono bene e a me stesso”. E aggiunge: “Ho rassegnato il primo settembre le dimissioni dai miei ruoli all’interno della Lega: è un momento molto doloroso della mia vita, rivela fragilità esistenziali irrisolte a cui ho la necessità di dedicare tutto il tempo possibile nel prossimo futuro, contando sul sostegno e sull’affetto delle persone che mi sono più vicine”.
Stefania Losito
(credits: immagine dalla pagina facebook di Luca Morisi)