Due milioni di lavoratori da lunedì potrebbero restare a casa perché impossibilitati a farsi il tampone per ottenere il Green pass. L’allarme arriva dall’Ufficio studi della Cgia (Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre), secondo cui, “purtroppo, le farmacie e le strutture pubbliche/private dedicate a questo servizio non sono in grado di compiere giornalmente un numero di test sufficienti per coprire la domanda”.
I tre milioni di lavoratori italiani senza il certificato verde (secondo le stime del Governo), cioè il 13% degli occupati, per accedere al proprio posto di lavoro, dovranno fare ogni 2 giorni il tampone per ottenere il green pass, fino alla fine dell’anno. Ma le farmacie potrebbero non riuscire a soddisfare la domanda: ieri, ad esempio, il numero di tamponi realizzati in Italia è stato di poco superiore a 506 mila, ma da lunedì il numero complessivo potrebbe salire fino a 700 mila. Se a questo numero aggiungiamo le oltre 300 mila persone che per ragioni di salute non sono obbligate al possesso della certificazione, rimarrebbero senza pass circa 2 milioni di lavoratori.
Tra le 4 macro aree del Paese è il Sud a presentare il più alto numero di non vaccinati (il 20% della popolazione tra i 20 e i 59 anni). In Italia i no vax in età lavorativa sono in tutto, invece, il 17,4 per cento.
Secondo l’Ufficio studi della Cgia, ci sarebbero due soluzioni: o “stabilire che il green pass si ottiene solo attraverso il vaccino, così non si farebbero i tamponi a tutti, o mobilitare l’Esercito, la Protezione civile o non sappiamo chi altro, affinché vengano diffuse su tutto il territorio nazionale delle unità mobili in grado di fare i test, garantendo così a tutti il diritto di conseguire, ancorché temporaneamente, il certificato verde”.
Stefania Losito