Altissima allerta per le manifestazioni dei No Green pass in programma domani in varie città italiane. Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, confida “che i manifestanti siano animati da senso civico e seguano le modalità
concordate con le autorità di pubblica sicurezza”.
“La mia direttiva fornisce ai prefetti indicazioni per fare in modo che venga bilanciato il diritto di manifestare con l’esigenza di tutela della salute pubblica – spiega il ministro in un’intervista radiofonica – l’importante è non creare disagi alla cittadinanza e che non ci siano rischi per l’ordine pubblico”. “Sto sentendo prefetti e questori per individuare delle soluzioni adeguate – ha aggiunto Lamorgese – quando si mantiene il dialogo aperto si può trovare un punto di sintesi, l’importante è che non ci siano delle pericolose forzature. Vorrei anche ricordare – ha concluso il ministro – l’onere che grava sugli organizzatori che hanno il dovere di garantire che le manifestazioni si svolgano in sicurezza per gli stessi partecipanti senza che vengano pregiudicati i legittimi interessi della cittadinanza”.
Intanto, a Milano, i carabinieri hanno eseguito perquisizioni nei confronti di quattro appartenenti al movimento “No green pass”, indagati per aver avuto, durante le manifestazioni del sabato, “atteggiamenti prevaricatori nei confronti di alcuni giornalisti tanto da impedire l’esercizio del diritto/dovere di cronaca”. Ai quattro è contestato il reato di violenza privata aggravata.
In particolare, nelle perquisizioni risultano indagati un 55enne, residente in provincia di Monza, per violenza privata aggravata ai danni del cronista Salvatore Garzillo, giornalista dell’Ansa e di Fanpage, avvenuta il 6 novembre scorso, un 62enne residente a Milano per l’aggressione a Enrico Fedocci del Tg5, nel corteo del 23 ottobre, un 53enne milanese per un altro attacco allo stesso cronista il 30 ottobre, e un 57enne per fatti analoghi commessi il 16 ottobre, quando gli aveva rivolto il gesto dello sgozzamento e urlato contro “veniamo a prendere te e il tuo padrone” per impedirgli di documentare quanto stava avvenendo. I quattro indagati sono, secondo gli inquirenti, tutti noti militanti ‘no vax-no green pass’ ma non appartengono a contesti di antagonismo politico.
Nell’ultima manifestazione del 6 novembre il cronista sarebbe stato strattonato e spinto dopo che era intervenuto a difesa di un collega che era stato spinto fuori dal corteo e contro una vetrina. Il 55enne indagato si sarebbe anche spacciato per un poliziotto durante l’aggressione. Dalle indagini risulta che i gruppi di contestatori stanno alzando il tiro nell’andare contro gli organi di informazione accusati, a loro dire, di mistificare la realtà.
Nel corteo del 23 ottobre, invece, il cronista televisivo del Tg5 ha dovuto interrompere la registrazione del servizio perché il 62enne indagato, con altri manifestanti, gli gridava contro frasi come “vergogna, giornalisti terroristi”. Infine, il 30 ottobre lo stesso giornalista sarebbe stato pedinato dal 53enne indagato che, assieme ad un altro manifestante, avrebbe esercitato contro di lui una pressione psicologica per impedirgli di fare il suo lavoro.
Nel blitz dei carabinieri sono state effettuate perquisizioni nelle abitazioni e il sequestro di dispositivi informatici alla ricerca anche di eventuale materiale di divulgazione dell’area ‘no vax-no green pass’ relativo soprattutto all’uso della violenza nei confronti della stampa, oltre che di eventuali strumenti, come armi di ogni genere.
Intanto è stato licenziato dall’Agenzia per il lavoro portuale del Porto di Trieste (Alpt), Fabio Tuiach, esponente del movimento no-green pass di Trieste ed ex consigliere comunale: ha tenuto un comizio mentre era assente dal lavoro per motivi di salute.
Stefania Losito