Come la fai la sbagli? Vale per tutti, ma non per il grande Checco Zalone. Anche quel che dice si trasforma in oro. Al Corriere della Sera rivela di aver avuto una bella offerta economica per partecipare a Sanremo. Offerta che ha rifiutato: “E’ un’ospitata strapagata ma sono soldi pubblici. E se li prendi scoppiano le polemiche. Ti massacrano”. Checco, quindi, si tiene ben lontano dai soldi dei cittadini italiani? Non vuole approfittare del successo per svenare la Rai (che si finanzia col canone e con la pubblicità)? Sui social in tanti hanno apprezzato il gesto ma, come sempre accade quando Checco Zalone parla, anche questa volta è diventato un caso. Domenico Naso su “Il Fatto Quotidiano” lo definisce un “paraculo”: “Particolare cura per i soldi degli italiani, dunque? Nì, perché se da un lato la scelta di Zalone sembra dettata dalla voglia di non sprecare il denaro dei cittadini, dall’altro somiglia molto a una paraculissima strategia di marketing, dimostrando ancora una volta che il ragazzo non è sprovveduto e che, almeno da questo punto di vista, merita tutto il successo che ha”. La diagnosi di “paraculismo” il commentatore del Fatto la deduce sempre dalle parole di Zalone: “Quando ero a Zelig – spiega Zalone – accettavo serate e comparsate alle convention, ora ho smesso e, a differenza di molti colleghi, non faccio pubblicità. C’è la fila per farmi fare il testimonial: compagnie telefoniche, case automobilistiche… Ti fanno offerte tali che ti senti un po’ coglione a rifiutare. Ma per me sarebbe uno schifo. Un tradimento. La gente ti viene a vedere, si diverte, ti vuole bene… e tu prendi la tua faccia da cazzo e la metti a disposizione di un prodotto? Non si fa. E non per afflato idealistico, ma per educazione. Poi c’è anche un problema di convenienza: se ti vedono tutti i giorni in tv negli spot, quattro volte il pomeriggio e sei la sera, perché poi dovrebbero venirti a vedere al cinema?”. Insomma meno ti vedono e più cresce la voglia di vederti sia nel film in programmazione (Quo vado) sia, soprattutto, nel prossimo film che farai. Ci rimetti oggi per guadagnare di più domani. Certo, Checco deve fare di tutto per non apparire moralista. Ma non di paraculismo ci sembra affetto, almeno per il momento. Da buon ragazzo di provincia (e del Sud) sa quanto costa il successo, sa quanto bisogna lavorare, sa il sapore dei calici amari da bere. E ha sviluppato non il senso della morale, ma dell’etica. L’etica inconsapevole, nei film, del ragazzo “scemo”, “spontaneo”, “alla buona”, che inseguendo il suo tornaconto (che poi è sempre un umile posto di lavoro) sventa “a sua insaputa” un attentato al Duomo perché prevale l’amore, conforta il parente gay mentre la realtà passa nelle vesti di un ragazzo sul motorino che urla “ricchio’…” (Sarri docet), salva la fabbrica dove lavora la moglie. Checco Zalone e il regista Gennaro Nunziante hanno ancora tante cose da dirci. E tante risate da farci fare. Su noi stessi.
Maurizio Angelillo