Nulla di fatto, come previsto, nella prima giornata di votazioni per il presidente della Repubblica. La maggioranza di due terzi è stata raggiunta, ma di schede bianche: 672. Sono state 49 quelle nulle. I voti dispersi 88. In tutto i presenti e i votanti sono stati 976 rispetto ai 1008 previsti. Il quorum necessario non è stato raggiunto. Sono 36 i voti andati a Paolo Maddalena, il candidato degli ex M5s. Due voti per Amato, Casellati, Conte, Giorgetti. E tra i nomi sulle schede, i peones – coloro che, non avendo particolare peso, si accomodano sulle direttive dei partiti – si sono divertiti a scrivere quello di Alberto Angela (due voti) o di Amadeus. Ma spuntano anche nomi come quello della ministra Cartabia (nove voti), o del radicale Marco Cappato, o di Bossi (sei). Arrivano voti a Draghi, sedici a Mattarella e persino al governatore del Veneto Zaia. Anche Berlusconi guadagna una manciata di voti, sette. Inchiostro nero su carta bianca anche per Valter Veltroni, Francesco Rutelli , e per il deputato genovese Roberto Cassinelli (sette voti). Un elettore nostalgico del calcio iridato regala un voto all’ex portiere della Nazionale campione del Mondo, Dino Zoff. Citato su una scheda Salvatore Borsellino, fratello del magistrato assassinato dalla mafia nel 1992, e su un’altra il magistrato Nicola Gratteri. A proposito di giudici, un voto va a Carlo Nordio, nome espresso da Giorgia Meloni, ex giudice di Tangentopoli, del Mose e delle Brigate rosse. E lui commenta: “Sono un portatore di cultura giuridica. Se parliamo di politica, invece, solo sul piano teorico. Lo sanno tutti che non ho fatto neanche il consigliere comunale”. L’ex magistrato si affida poi al Vangelo. “Non so cosa dire se non ‘Domine non sum dignus’ (Signore, non sono degno, ndr)”, come disse il centurione di Cafarnao, nel vangelo di Matteo, quando Gesù gli annunciò che si sarebbe recato presso la sua abitazione per guarire un servo malato. E il presidente della Camera Fico, durante lo spoglio, ha letto i nomi di “illustri sconosciuti”, eppur votati: cognomi di persone fuori dalla notorietà che esistono (è stato verificato dagli uffici della Camera).
Lo spoglio è durato un’ora.
Un deputato ha dovuto farsi sostituire la scheda ricevuta: si era strappata mentre la piegava. Si tratta di Marco Rizzone di Coraggio Italia. La scheda è stata sostituita con una nuova, e il deputato ha potuto così votare.
Intanto, momenti di agitazione si sono vissuti nel pomeriggio in Transatlantico. Computer delle sale stampa disconnessi, nessuna forma possibile di comunicazione. Blackout informatico, ma tanta paura che potesse trattarsi di un attacco hacker. Invece si sarebbe trattato di un guasto tecnico che in ogni caso non avrebbe impattato sullo spoglio delle schede poste nell’urna dai 1008 elettori ma che è durato due ore.
Domani secondo scrutinio dalle ore 15.
Stefania Losito