Muore in un incidente stradale durante il tirocinio formativo in una ditta di termo-idraulica. Uno studente di sedici anni, Giuseppe Lenoci, originario di Monte Urano, provincia di Fermo, è deceduto nello schianto del furgone sul quale viaggiava contro un albero, nell’Anconetano.
Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, nell’esprimere “tutta la mia vicinanza, da padre alla famiglia”, chiarisce che “non era alternanza scuola/lavoro, ma Giuseppe stava facendo un percorso di formazione professionale triennale riconosciuto dalle Regioni”. Le prime notizie, infatti, parlavano dell’incidente di uno studente in alternanza scuola-lavoro, come accaduto quasi un mese fa a Udine (qui il link all’articolo: https://radionorba.it/studente-allultimo-giorno-di-stage-muore-in-provincia-di-udine-schiacciato-da-una-trave/).
“Dobbiamo fare un percorso rivisitazione anche su questo strumento – aggiunge Bianchi – ma dobbiamo farlo con le
Regioni. La morte di studenti e, più in generale, di lavoratori, mentre lavorano, in ogni caso, è drammatica, e non
può essere tollerata”. Però aggiunge che “un conto è l’alternanza scuola/lavoro e un altro la formazione professionale. Dobbiamo rivedere anche questa per andare una verso sistuazione più chiara”. La formazione professionale è “educazione”, come l’alternanza, ma la distinzione va fatta “non per ridurre responsabilità di qualcuno ma perché’ i percorsi sono diversi. Non è un surrogato del lavoro. No a ogni idea che questo sia dare forza lavoro. E’ un rapporto con il mondo del lavoro per educare i ragazzi”.
Ma la morte di Giuseppe alimenta la protesta degli studenti di Torino: salgono a venti le scuole occupate. A quelle dei giorni scorsi, si sono aggiunti infatti l’istituto Regina Margherita e l’istituto Albe Steiner, sotto la Mole, e a Pinerolo l’istituto Buniva. “Gli studenti non ci stanno, a Torino scenderemo in piazza questo venerdì in piazza XVIII dicembre per la mobilitazione nazionale contro stage, maturità e repressione – annuncia Federico Bernardini, presidente della Consulta degli studenti di Torino – questa è la scuola che hanno voluto governi e padroni. Sappiamo cosa fare, nessuno ha più scuse. Attendiamo la prossima conferenza della Lamorgese in cui ci spiegherà di nuovo che queste morti simboleggiano la ripresa del Paese, o parlerà ancora di fantomatici infiltrati nelle proteste degli studenti”.
Stefania Losito