Dall’Italia arriva la condanna la decisione di Mosca per aver inviato nelle repubbliche separatiste unità militari “con sedicenti funzioni di peace-keeping”. L’ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. “È un gesto che rischia di esacerbare una situazione già molto tesa. Ricordo che si stima una presenza russa lungo i confini con l’Ucraina tra 170 e 190 mila unità – ha aggiunto – l’attuale impatto della crisi sui prezzi ci conferma l’esigenza di un coordinamento europeo non solo nella fase di stoccaggio del gas, iniziativa cui abbiamo già dato seguito negli ultimi mesi, ma soprattutto nella fase di formazione dei contratti di fornitura. Una crisi del genere dovrebbe portare l’Europa, oltre ad aumentare gli sforzi sulle energie rinnovabili, anche ad accelerare il varo di una Energy Union”. “Non ci sono al momento truppe russe sul territorio della Repubblica di Donetsk (DPR)”, replica il leader Denis Pushilin.
Riferendo al Senato sullo sviluppo della crisi, Di Maio precisa: “Non ci sarà nessun incontro bilaterale con i vertici russi finché non ci saranno segnali di allentamento della tensione”. “Si lavora” ancora alla possibile visita a Mosca del presidente del Consiglio, Mario Draghi, per colloqui con Putin, sostiene invece il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. E’ un dossier in progress, fanno sapere.
In caso di nuove azioni militari, ha precisato Di Maio, potrebbero essere varate nuove sanzioni contro la Russia. Intanto, “i margini si riducono di giorno in giorno” per la diplomazia.
La Russia ha cominciato ad evacuare il suo personale diplomatico dall’Ucraina.
“Il mondo dopo la crisi ucraina sarà un altro”, ha detto la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock. “Putin ha
demolito l’accordo di Minsk”, ha aggiunto. La Baerbock ha sottolineato anche: “noi non vogliamo una guerra in Europa”.
Stefania Losito